18 gennaio 2018 13:25

Il 5 ottobre 2018 il fotografo francese Patrick Willocq sarà al festival di Internazionale a Ferrara per presentare il suo lavoro insieme alla curatrice Maria Pia Bernandoni.

Nel 2015 il governo francese ha aperto un centro d’accoglienza per richiedenti asilo a Saint-Martory, un paese di 900 abitanti nel sud della Francia, dove il 43 per cento della popolazione ha votato il Front national alle ultime presidenziali. Nell’estate del 2016 l’arrivo di cinquanta migranti ha suscitato paura e diffidenza in una parte dei residenti.

Qualche mese dopo, ognuno di loro ha trovato una lettera nella cassetta della posta. L’aveva spedita il fotografo francese Patrick Willocq per invitare tutti a partecipare a un progetto artistico fuori del comune: impersonare se stessi in quattro tableaux vivants.

“L’obiettivo del progetto era capire come comunità così diverse possano imparare a vivere insieme. Chi era contro la presenza dei migranti non ha cambiato idea, ma siamo riusciti a superare alcuni stereotipi e a sensibilizzare chi era del tutto indifferente”, ha spiegato Willocq.

La mostra Mon histoire, c’est l’histoire d’un espoir al castello di Saint-Martory. (Patrick Willocq)

Il lavoro di Patrick Willocq sull’arrivo dei migranti a Saint-Martory è stato realizzato nel 2017, durante una residenza offerta al fotografo dall’associazione Art500. Ne è nata la mostra Mon histoire, c’est l’histoire d’un espoir, che è stata esposta al castello di Saint-Martory fino a novembre del 2017.

La curatrice Maria Pia Bernardoni ha intervistato insieme al fotografo i francesi e i migranti che hanno partecipato al progetto.

Conversazioni intorno al progetto artistico di Patrick Willocq.


Nel tableau intitolato Il ponte dei popoli si raccontano le migrazioni di ieri e di oggi.
“Le migrazioni sono cicli che si ripetono”, dice Willocq. “Alla fine degli anni trenta a Saint-Martory ci fu un forte flusso di migrati spagnoli. Molti abitanti del villaggio hanno infatti origini spagnole. Oggi i migranti attraversano il Mediterraneo e come al tempo della retirada – l’esodo dei profughi spagnoli durante la guerra civile – tutti cercano un rifugio in Francia, sotto la protezione della Marianne che in questo tableau sventola la bandiera dell’Europa”.

I migranti, sia di ieri sia di oggi, cercano di aggrapparsi al ponte. “Nella scena ognuno impersona se stesso: chi è a favore dell’accoglienza e chi è contrario. Chi tende la mano e chi volta le spalle, i discendenti dei migranti spagnoli e i richiedenti asilo, che hanno accettato di rivivere un episodio drammatico della loro vita. Non ho fatto questo lavoro per giudicare, ma per raccontare una storia universale: quella di popolazioni costrette a vivere insieme senza averlo chiesto”, spiega Willocq.

Il ponte dei popoli. (Patrick Willocq)

“Atterrano sul prato, entrano dalla porta, arrivano da ogni parte. Così alcuni abitanti di Saint-Martory hanno vissuto l’arrivo dei migranti”, spiega Patrick Willocq. “Il titolo di un altro tableau è Paracadutati un bel giorno, perché il villaggio è stato paracadutato in questa situazione da un giorno all’altro e i richiedenti asilo sono stati ‘paracadutati’ nella Francia rurale”. Molti dei richiedenti asilo desideravano andare in Francia, ma sono state le autorità a scegliere la destinazione.

L’allestimento del set per il tableau Paracadutati un bel giorno.


Tutti i tableaux del progetto di Patrick Willocq sono pubblicati su Internazionale 1239. Il 5 ottobre 2018 il fotografo francese sarà al festival di Internazionale a Ferrara per presentare il suo lavoro insieme alla curatrice Maria Pia Bernandoni.

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