14 dicembre 2016 09:30

Volevano solo essere liberi, la più universale delle aspirazioni. Disarmati, insieme a donne e bambini, i siriani che Assad e i suoi alleati russi hanno massacrato ad Aleppo erano scesi in piazza nella primavera del 2011, spinti dalla rivoluzione araba e ansiosi di liberarsi da una dittatura militare che durava da oltre quarant’anni.

In cambio hanno ricevuto proiettili e nemmeno uno spiraglio di apertura. Solo bombe, armi chimiche e poi, dato che non si arrendevano, Assad ha fatto di peggio, liberando i peggiori estremisti islamici siriani (che avrebbero fondato il gruppo Stato islamico, l’Is) per fare in modo che anche loro attaccassero i ribelli, che odiavano perché gli estremisti non volevano una democrazia ma una teocrazia.

Gli insorti che volevano solo essere liberi si sono dovuti battere su due fronti contemporaneamente, contro il macellaio di Damasco e contro l’Is che erano riusciti a cacciare da Aleppo. Dobbiamo dirlo e ripeterlo, questi uomini che volevano solo essere liberi non facevano parte dell’Is, non erano terroristi. Erano persone che si battevano per la libertà, contro il gruppo Stato islamico e contro Assad.

L’inutile esitazione degli Stati Uniti
Alla fine hanno perso. Ora li stanno massacrando, compresi i bambini. Ma non sono i soli ad aver perso. Il dramma di questa sconfitta è più grande di loro, perché sono in tanti a portarne la responsabilità.

Hanno perso gli Stati Uniti, che non hanno voluto immischiarsi in questa guerra necessaria solo perché prima avevano scatenato, in Iraq, una guerra inutile. Ad agosto 2013, all’ultimo minuto, gli americani hanno fatto marcia indietro decidendo di non rispondere all’appello della Francia che chiedeva di distruggere i bombardieri di Assad. Gli Stati Uniti hanno rinunciato nonostante l’utilizzo di armi chimiche da parte del regime di Damasco, che da quel momento ha pensato di avere carta bianca.

Questa è anche la sconfitta dei popoli e dei governi europei che non hanno voluto aiutare chi voleva solo essere libero

La Russia si è inserita in questa carneficina per rimettere piede in Medio Oriente, e a quel punto ogni speranza di trovare una soluzione attraverso il dialogo è evaporata, e gli americani hanno perso ogni credibilità davanti ai loro alleati e anche ai loro avversari.

Nonostante gli appelli della Francia, questa sconfitta è anche la sconfitta degli europei, dei popoli e dei governi europei che non hanno mai voluto aiutare questi uomini che volevano solo essere liberi, pagando con un flusso di profughi davanti al quale, fatta eccezione per Angela Merkel, si sono coperti di vergogna rifiutandosi di accogliere migliaia di disperati.

È anche la sconfitta delle Nazioni Unite, che in Siria ha mostrato tutta la sua impotenza. In futuro perderà anche la Russia, che si è impantanata in una guerra regionale tra due correnti dell’islam da cui non potrà uscire indenne.

Come accadde in passato con la disfatta dei repubblicani spagnoli, la sconfitta dei ribelli siriani è anche la sconfitta della morale, della giustizia, del diritto e della stabilità internazionale. Una dittatura sanguinaria che si permette di distruggere impunemente la libertà non annuncia niente di buono per l’avvenire.

(Traduzione di Andrea Sparacino)

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