17 settembre 2018 14:37

Gli amici che si lamentano sui social della fatica di essere genitori mi fanno imbestialire. Perché ci riversano addosso la loro frustrazione? –Luca

Il problema non è lamentarsi dei figli, ma il modo in cui si fa. Ti riporto una serie di
tweet di genitori raccolti dall’Huffington Post e, se ti strappano un sorriso, significa che devi trovarti amici più simpatici.

“Quando mi chiedono com’è essere madre, tiro fuori dalla borsa la rivista che mi porto dietro da sei mesi perché porca miseria prima o poi la leggerò”. “La genitorialità comprende solo due stadi: avere dei figli e avere dei figli che arrivano ad afferrare le cose sui mobili”. “Il pisolino del pomeriggio è deceduto. Non fiori ma alcol”. “Capisci cosa vuol dire essere padre quando sei obbligato a far vedere le figure del libro che stai leggendo a tuo figlio anche a tutti i suoi peluche”. “Programmare una gita in famiglia significa individuare l’attività che genererà le minori lamentele possibili del minor numero di persone possibile”. “Mio figlio di tre anni ci mette quattro minuti a infilarsi le scarpe, ma riesce a cancellare tre app e aprire Netflix sul mio telefono in dodici secondi”. “Mia figlia è arrabbiata con me perché il mio compleanno è più vicino a quello delle sue amiche rispetto al suo”. “Se non chiami tuo figlio con il nome di tutti i fratelli, quello del cane e quello del coniglio prima di azzeccare il suo, che razza di madre sei?”. “Se sei malato marcio ma preferiresti andare al lavoro in metro piuttosto che restare a casa, è probabile che tu abbia un bambino di due anni”.

Questa rubrica è uscita il 14 settembre 2018 nel numero 1273 di Internazionale, a pagina 14. Compra questo numero | Abbonati

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