17 dicembre 2018 17:16

Quando racconto che vorrei donare lo sperma, tutti mi chiedono come mi porrei da genitore biologico. Mi sentirò papà? –Lorenzo

Dal momento che i miei figli hanno due papà, in questi anni mi sono trovato spesso a spiegare agli altri la differenza tra una mamma e una madre biologica, due figure che spesso coincidono ma che non sono la stessa cosa.

Se la madre biologica di un bambino è quella che lo mette al mondo, una mamma è la donna che lo cresce con amore e se ne prende cura giorno per giorno. E la stessa cosa vale per gli uomini ovviamente. I genitori di figli adottivi, per esempio, sono mamme o papà, mentre quelli che li hanno messi al mondo sono madri o padri biologici. Storicamente il rapporto tra genitori e figli è in perpetua evoluzione e le dinamiche familiari di un tempo somigliano molto poco a quelle di oggi. Eppure c’è una certezza che è rimasta immutata nei secoli: non è la biologia che crea una famiglia.

Una coppia che duecento anni fa affidava il decimo figlio ai vicini di casa che non riuscivano ad averne o una coppia che oggi concepisce grazie alla fecondazione assistita eterologa si basano sullo stesso principio: un papà o una mamma è la persona che si prende la responsabilità di provvedere ai bisogni del figlio nell’ambito di un progetto familiare. Dunque se la tua scelta di diventare un donatore di sperma non prevede un ruolo genitoriale nella vita del bambino, non dovresti temere di sentirti un papà, semplicemente perché non lo sarai. Al limite potrai considerarti un padre biologico. Ma soprattutto sarai la persona che ha aiutato qualcuno ad avere un figlio. Che secondo me è un ruolo di tutto rispetto.

Questo articolo è uscito il 14 dicembre 2018 nel numero 1286 di Internazionale, a pagina 7. Compra questo numero| Abbonati

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