19 marzo 2020 16:07

Questo numero di Internazionale, come quello della settimana scorsa, è stato fatto a distanza: la redazione lavora insieme ma senza essere fisicamente nello stesso luogo. Siamo lontani come ormai lo sono tutti, in Italia e non solo, tranne chi porta il peso di quei lavori indispensabili alla collettività e che non possono essere svolti altrimenti. Per esempio, nel caso dei giornali: operai, tecnici, tipografi, trasportatori, edicolanti e postini. Oggi più che mai, senza di loro la carta stampata non esisterebbe.

Tra le decisioni che abbiamo preso, e che vorremmo condividere con voi, c’è di concentrare in queste settimane sul giornale di carta inchieste, reportage e letture di approfondimento. E di privilegiare il sito, aggiornato in continuazione, per le notizie da pubblicare tempestivamente. Per questa ragione nella prima parte del giornale e in quella finale abbiamo ridotto e semplificato il notiziario, lasciando posto ad articoli più lunghi. Mentre, se già non lo fate, vi invitiamo a visitare il sito di Internazionale più volte al giorno per la stretta attualità, che seguiremo anche con le nostre newsletter.

Come è giusto e comprensibile, il nuovo coronavirus occupa uno spazio sempre più ampio nei mezzi d’informazione, ma pensiamo sia necessario continuare a raccontare quello che succede nel mondo, oltre all’epidemia: nelle prossime settimane tante notizie importanti verranno nascoste dall’emergenza sanitaria ed è giusto invece che ricevano la dovuta attenzione.

Con tutta la redazione che lavora a distanza, stiamo sperimentando anche noi modi nuovi e creativi per tenerci in contatto, discutere e scambiarci opinioni, per far avanzare il lavoro giorno dopo giorno. E ci impegniamo, che sia sul settimanale o sul sito, a garantire un’informazione di qualità, essenziale e accurata.

Questo articolo è uscito sul numero 1350 di Internazionale. Compra questo numero|Abbonati

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