27 febbraio 2019 18:27

1. Lcd Soundsystem, (We don’t need this) Fascist groove thang
Una cover che detta la linea ancheggiando: la risonanza di questo vecchio pezzo degli Heaven 17 (inglesi, contemporanei dei Duran Duran) è migliorata, non solo dal grado di groove elaborato dal solito James Murphy nel sorprendendemente efficace live Electric Lady sessions, ma anche dalla temperatura esterna: se il pezzo tratto dal debutto degli Heaven 17 era uno sberleffo cool al tandem Reagan-Thatcher, questo è un workout sudato, da Talking Heads dell’era Trump/Brexit, trainato da poliritmi e da un’ansia più vera.

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2. Nada, Lavori in corso
“Dove siamo adesso?”, si chiede, disorientata come solo lei. Segue delirio di metropolitane chiuse, colpi di stato, anime distorte, tanta ansia pure qui. Eppure: “la vita va leggera come l’anima nella sera”. Tre accordi e “ti si apre il cuore”, come spesso accade in È un momento difficile, tesoro, nuovo album di questa donna Tarzan tra stati emotivi in un universo che confina con Patti Smith e Iva Zanicchi. Alla produzione c’è lo stesso John Parish (PJ Harvey, Afterhours) del precedente Tutto l’amore che mi manca, che rimise in circolo questa diva.

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3. dellacasa maldive, Confettura
“Tra Trieste e Positano me ne sto a Milano, camminerò in solitaria da Vercelli verso i Navigli”. Disorientamento millennial psycho disco pop, in una matrice “BBB” (che non è il rating di Standard & Poor’s ma Battiato Battisti Bertè). Il suono dell’album Amore italiano è di una bellezza al neon quasi estatica; le storie di questa band, svapata fuori da una cameretta milanese, sono vere anche se non sempre nitide. Però si sente che la italo disco è in mano a giovani capaci di riconciliare gli Lcd Soundsystem con il trottolino amoroso di Amedeo Minghi.

Questo articolo è stato pubblicato sul numero 1295 di Internazionale.

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