Cultura Libri
Nelle viscere della terra
250 pagine, 19 euro

Ada e suo padre evitano i cimiteri per paura che la loro presenza trascini i morti fuori dal terreno. Questo esordio irlandese mescola il realismo magico con la teoria critica e femminista, ma la generosa dose d’immagini da film horror ne fa un progetto fuori dagli schemi. Come tutti i migliori horror, è un gioco di equilibri tra una giudiziosa dissimulazione e una snervante rivelazione. Fin dall’inizio, tuttavia, ci è detto che padre e figlia non sono umani, anche se vivono tra noi e lavorano come guaritori: possono estrarre le malattie dai pazienti. La miscela di mostruosità e quotidianità del romanzo è sorprendente e inquietante, ma mai meno che convincente. La storia si svolge in un’estate infuocata, in una comunità d’altri tempi, forse in Irlanda o nel profondo sud degli Stati Uniti, dove le persone lavorano nei campi. Gli abitanti del luogo sono grati per le cure di Ada e di suo padre, ma hanno anche paura di loro. Solo un uomo non è spaventato, il biblico Sansone, e Ada comincia una relazione con lui che risveglia i suoi desideri. I corpi sono ovunque nel romanzo di Rainsford: colano, gocciolano, si contorcono, macchiano i mobili e i cumuli di biancheria sporca sempre più grandi. C’è molto body horror, così come altri punti fermi del genere: la paura di essere sepolti vivi e dei non morti, la mostruosità della possessione psichica. Ma ci sono anche meraviglia e tenerezza. Nelle viscere della terra può essere letto a molti livelli: come una favola sul desiderio femminile, sul contenimento e sul contagio, come un’indagine sulle relazioni tossiche o come un rompicapo sui confini tra umano e non umano.

Justine Jordan,The Guardian

Le memorie di Sven Stoccolma
360 pagine, 19,50 euro

Un protagonista depresso rappresenta una sfida particolare per gli scrittori: come si fa a mandare avanti la storia quando la persona che ne è al centro fatica ad alzarsi dal letto? Nel suo romanzo d’esordio Nathaniel Ian Miller risolve questo problema concentrandosi sulle possibilità di trasformazione offerte dall’amicizia. Sven Ormson è presentato come un ragazzo cupo, secchione e un po’ pretenzioso che fantastica di scambiare la triste quotidianità della Stoccolma d’inizio novecento con le distese incontaminate dell’Artico, ma non ha l’energia e i mezzi per cambiare. Le sue tendenze malinconiche sono evidenti fin dall’inizio, ma Miller fornisce a Sven una serie di compagni che, in caso di necessità, sono in grado di spronarlo all’azione e di far emergere gli aspetti migliori e più allegri del suo carattere. A cominciare dalla sorella Olga, che facilita la sua partenza segnalandogli un posto di lavoro nelle miniere a Longyear City, nell’arcipelago artico delle Svalbard. Qui Sven fa amicizia con un geologo e bibliofilo scozzese, Charles MacIntyre. Dopo che un incidente in miniera lascia Sven sfigurato e quindi poco incline alla compagnia di altre persone, Mac­Intyre suggerisce di trasferirsi in un insediamento ancora più piccolo, Camp Morton, in cui Sven incontra l’amico più importante e influente di tutti: Tapio, un trapper finlandese che gli insegna a sopravvivere nel duro ambiente delle Svalbard e gli fa intraprendere la strada che seguirà per i successivi venticinque anni e che anima la parte più coinvolgente e incalzante del romanzo.
Ian McGuire, The New York Times

Una sigaretta accesa al contrario
164 pagine, 18,00 euro

Una ragazza della North Carolina trova nella scena punk locale più di quanto si aspettasse. Kat, 16 anni, è una pianista che suona Beethoven e Chopin con facilità, ma il suo cuore appartiene a un altro tipo di musica: il punk rock che ha scoperto di recente. Si è innamorata della scena punk della North Carolina e passa molte notti a frequentare il Dexter’s Lab, un rifugio per ubriachi e drogati locali. Essendo “la persona meno figa del suo gruppo”, cerca disperatamente di farne parte e il suo desiderio si realizza quasi casualmente. Improvvisamente, la ragazza passa da vagabonda a star, guadagnandosi il rispetto dei suoi compagni. La sua nuova fama locale minaccia però di avvelenarne la vita: spezza il cuore di un ragazzo che si prende cura di lei, quasi abbandona il liceo e s’innamora di un punk distruttivo. Hacic-Vlahovic, al suo secondo romanzo, avrebbe potuto trasformare questa storia in un tipico racconto di ammonimento moralistico, ma non è così. L’autrice scrive di Kat con compassione e rispetto, la capisce e non la tratta mai con sufficienza.
Kirkus Reviews

L’uomo che vendeva l’aria in Terrasanta
240 pagine, 18,00 euro

Il titolo accattivante della raccolta d’esordio di Omer Fried­lander, viene da uno dei racconti. Il lettore è trasportato in Medio Oriente attraverso un’ampia gamma di storie che hanno in comune un’attenzione particolare all’elemento umano. Il forte senso dei personaggi di cui è dotato l’autore è trasmesso con ricchezza, che si tratti del ritratto di un primo amore o del ricordo di un reato commesso in passato. Con tante emozioni in gioco, è difficile non lasciarsi coinvolgere dalle esperienze raccontate da Friedlander, che creano una miscela ipnotica, illuminata da un linguaggio ricco. I migliori racconti riescono a comunicare moltissimo pur nella loro brevità. È difficile immaginare alcune delle situazioni affrontate da questi personaggi nella vita reale, ma la cruda realtà e la natura speranzosa dei racconti raggiungono un equilibrio che si traduce in un insieme commovente e sorprendente.
Rhianon Holley, Buzz

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1504 - 24 marzo 2023
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