08 settembre 2021 16:31

Avvertenza. Il linguaggio di questa rubrica è diretto ed esplicito.

Sono gay. Dopo dieci anni insieme e cinque di matrimonio, mio marito mi ha comunicato che il sesso non gli interessa più. Succedeva un anno fa, e da allora non lo abbiamo più fatto. Mi ha detto che se per me il sesso regolare era “tanto importante” dovevo lasciarlo, ma che se sceglievo di rimanere dovevo essere “fedele”. Per lui vuol dire che non devo fare sesso con altri. Ho 35 anni, lui ne ha 38, e non considera la sua decisione unilaterale di porre fine alla nostra vita sessuale come un tradimento nei miei confronti. E c’è la questione della dipendenza economica. Non sono IO a dipendere da lui, è lui a dipendere da ME. Non volendo abbandonarlo in piena pandemia e disoccupato, sono rimasto. Adesso mi dice che è asessuale, e se solo accenno al fatto che mi manca il sesso mi accusa di non sostenerlo nella sua identità sessuale. Per farla breve, tre mesi fa ho conosciuto un collega. Al momento siamo gli unici del nostro piano che vengono in ufficio, ci siamo messi a chiacchierare e ho scoperto che è bisessuale, sposato e in coppia aperta. Da due mesi, un paio di volte alla settimana glielo succhio. Siamo quasi coetanei, e ne avevo bisogno. Lavoriamo in settori diversi, e nessuno dei due deve rendere conto all’altro. Lui non ricambia, ma a me non importa. Non ero su Grindr e non me la sono cercata. Devo sentirmi in colpa?

–Cheating Homo On Knees Eating Dick

Allora, tuo marito vuole che rispetti l’impegno preso con lui (di non fare sesso con altri) ma al tempo stesso si solleva da quello preso con te (di essere il tuo partner sessuale), e ti ha invitato a divorziare se la cosa non ti andava. E tu non hai divorziato. Sei rimasto. Non perché volessi rimanere, e non perché fossi costretto a incoraggiare la sua identità sessuale, ma perché lui è disoccupato e non volevi sbatterlo fuori in piena pandemia.

D’accordo.

Non devi sentirti in colpa – per il fatto di succhiare cazzi in ufficio – e se leggi la mia rubrica da più di una settimana, CHOKED, sapevi che avrei risposto così. Volevi l’autorizzazione scritta e ora ce l’hai, firmata e autenticata. E se adesso smetti di succhiarlo al collega bisessuale mi incazzo per la perdita di tempo. Insomma non deludermi, CHOKED. Continua a succhiare.

Certo, succhiarlo al collega non risolve il problema sul lungo periodo, CHOKED, ma rende più sopportabile la vita a medio termine (mi sembra lo stia già facendo). Ma a un certo punto, CHOKED, dovrai rispondere all’assurdo ultimatum di tuo marito con un tuo ultimatum perfettamente legittimo: non è obbligato a fare sesso con te – non dovrà mai più succhiartelo – ma non può pretendere che rinunci al sesso anche tu. Digli che il cazzo te lo cercherai altrove, CHOKED, e che se non gli sta bene può andarsene lui.

Illustrazione di Francesca Ghermandi

Volevo farti i complimenti per la risposta a “Having a realistic discussion on needs” nella rubrica della settimana scorsa. Lo dico avendo da poco vissuto una situazione simile – anche se per fortuna temporanea – con la mia ragazza. La prima volta che ho perso l’erezione prima di venire ci sono rimasto un po’ male, ma la mia reazione è stata più o meno “Uffa. Vabbe’, almeno l’ho fatta venire”. La mia ragazza, invece, è andata in paranoia medio-dura: c’è qualche problema? È lei che sbaglia? Non le piaccio più? Come il compagno di HARDON, anch’io “pensavo troppo” e continuava a succedermi. Sono arrivato a evitare il sesso per non sorbirmi l’inevitabile seduta-di-crisi se di nuovo non fossi venuto. Qualche settimana così, e poi finalmente le ho fatto capire che parlarne tanto e ossessionarsi non fa che peggiorare la cosa. Lei si è calmata, pian pianino ho ricominciato a rilassarmi, e di lì a poco la nostra vita sessuale – felice, sana, ben più arrapante della media per due quarantenni divorziati – è ricominciata da dove si era interrotta.

Come dicevi tra le righe a HARDON, a volte bisogna solo stare zitti e sperare. Essendo maschi, niente incendia le nostre insicurezze più profonde come sentirci dare il tormento sui problemi di uccello, benché in modo sincero e benintenzionato. Siamo come i bambini che si fanno la bua: se ci correte incontro sbracciandovi e urlando “Cos’è successo?!” ci spaventiamo. Ma se minimizzate lo facciamo anche noi. Volevo aggiungere un punto di vista da maschio etero e ringraziarti per l’equilibrio della tua risposta.

–Please End Needless Interrogations Speedily

Grazie di aver scritto, PENIS. A volte mi verrebbe da rispondere “Nel sesso non bisogna venire a tutti i costi”, ma poi temo che lo legga un maschio etero e finisca per fregargliene ancor meno dell’orgasmo della partner. Non voglio allargare per sbaglio il gap dell’orgasmo: secondo la rivista accademica Archives of Sexual Behaviour, a fronte di un 95 per cento di uomini eterosessuali che durante il sesso dichiara di raggiungere l’orgasmo sempre, a dichiarare lo stesso è solo il 65 per cento delle donne. Dobbiamo desiderare il piacere del partner e impegnarci sinceramente per procurarglielo, ma senza far drammi se una volta ogni tanto, per qualsiasi ragione, il partner non gode.

Ho appena letto la tua risposta a HARDON e credo ti sia sfuggita una cosa (lo so, lo so, chi sono io per parlare?). Sono una donna matura che ha avuto per un po’ un amante più giovane. Situazione identica, anche lui sportivo, energico, entusiasta e via dicendo. Tutto andava bene, se non che per finire doveva sempre masturbarsi con molta foga. Gli ho suggerito una dieta della masturbazione: di non farlo tutti i giorni, e quando l’avesse fatto di utilizzare qualcos’altro, la mano avvolta in uno straccio, un masturbatore, oppure sfregarsi sui cuscini, qualsiasi cosa gli venisse in mente. Ero convinta che la colpa fosse del fatto che si masturbava troppo forte e troppo stretto. E avevo ragione! Ci sono voluti un po’ di pazienti tentativi, ma ci è riuscito!

–Someone In Toronto

Grazie di aver scritto, SIT, e avrei affrontato la questione che sollevi - quella che con il giovane atletico hai felicemente risolto – se HARDON avesse detto qualcosa al riguardo, per esempio che il fidanzato, per finire da solo, usava quella che da tempo chiamo “stretta mortale”. Negli archivi del Savage Lovecast troverai una valanga di risposte a gente che si masturbava con la stretta mortale, SIT, e poi nel sesso a due non riusciva a venire perché l’interno della vagina, della bocca o del culo non era come la stretta di un pugno con tanto di ossa. A chi soffre di sindrome della stretta mortale do il tuo stesso consiglio: smettetela di masturbarvi in quel modo, alleggerite il tocco, usate il lubrificante e magari un masturbatore, insomma riprogrammatevi l’uccello. Non sempre funziona - per alcuni non è reversibile, per altri è che al loro uccello serve quello - ma molti uomini, negli anni, mi hanno detto di essere riusciti a riprogrammarsi.

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AI MIEI LETTORI

Ho dovuto consegnare la rubrica in anticipo per via del Labor Day, ma voglio dirvi che sono furioso per quel che è successo in Texas la settimana scorsa (è stata varata una legge che vieta l’aborto) e per quel che non è successo alla corte suprema (che, imbottita di trumpiani, non ha impedito la sua entrata in vigore, di fatto annullando la sentenza Roe contro Wade). In base a questa legge, un privato cittadino può denunciare chiunque sospetti di aver aiutato una donna ad abortire: medici, infermieri, parenti, chiunque. Presti i soldi a un’amica che deve abortire? Possono denunciarti. La accompagni alla clinica in auto? Possono denunciarti. Se ti fanno causa e vincono, rischi di dover pagare un risarcimento di diecimila dollari più le spese legali; se il tribunale dà ragione a te, invece, non ti spetta niente: né un risarcimento né il rimborso delle spese legali. Per le donne degli Stati Uniti il diritto di aborto è ancora tutelato dalla costituzione, ma di fatto in Texas l’aborto è diventato illegale, come presto succederà in altri stati, dove politici e governatori repubblicani sfonderanno con un camion il varco aperto nella Roe contro Wade dalla corte suprema. Il mio consiglio alle texane e ai texani: fate scorta di pillole del giorno dopo – (per ora) disponibili senza ricetta – e votate per togliervi i repubblicani dai coglioni.

(Traduzione di Matteo Colombo)

Savage love è una rubrica di consigli sessuali e di coppia pubblicata su The Stranger.

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