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La Cina sta investendo somme enormi in Africa. Un milione di migranti cinesi sta costruendo un impero economico che regala a Pechino un’influenza politica e culturale enorme. Il denaro cinese aiuterà l’Africa a svilupparsi o creerà una nuova forma di colonialismo?

La Cina torna a scommettere sull’Africa

È uno dei più importanti sviluppi degli ultimi dieci anni, e non ce ne siamo ancora resi conto. La Cina è diventata il primo partner del continente africano. Leggi

La Liberia chiede aiuti economici alla Cina per superare la crisi dopo l’ebola

La presidente della Liberia, Ellen Johnson Sirleaf, ha chiesto alla Cina un sostegno economico per uscire dalla crisi provocata dall’epidemia di ebola. Nel paese, tra i più colpiti insieme a Guinea e Sierra Leone, non si registrano nuovi casi da almeno un mese. Secondo il ministro dell’economia liberiano, Amara Konneh, il pil del paese è calato dello 0,4 per cento nel 2014 a causa dell’epidemia.

Durante la fase più critica la Cina aveva inviato 41 milioni di dollari per aiutare la Liberia a lottare contro il virus. La presidente ha chiesto ulteriore aiuto per finanziare il settore privato, una richiesta che probabilmente troverà ascolto, dal momento che questa settimana le autorità cinesi hanno consegnato materiali sanitari per altri 5 milioni di dollari a Monrovia.

Oggi i capi di stato di Liberia, Sierra Leone e Guinea sono stati ricevuti dal presidente degli Stati Uniti Barack Obama, che a sua volta ha promesso di concedere aiuti per sostenere la crescita economica dei tre paesi, in una fase in cui si registra la diminuzione dei casi di contagio e un aumento delle probabilità di sopravvivenza dei pazienti.

La nuova via della seta passa per l’Africa

Dal 27 gennaio Cina e Unione africana hanno avviato una nuova collaborazione che punta a collegare le capitali del continente sviluppando la rete stradale, quella ferroviaria e le linee aeree locali. Attualmente la via più veloce per spostarsi dal nord al sud dell’Africa prevede spesso uno scalo in Europa, anche se stanno crescendo degli hub internazionali come quelli di Johannesburg, Nairobi, Addis Abeba e Abuja. Leggi

Le condizioni della Cina in cambio degli aiuti economici allo Zimbabwe

Il 18 gennaio una delegazione del governo cinese è arrivata ad Harare, la capitale dello Zimbabwe, per discutere della realizzazione degli accordi economici firmati nell’agosto del 2014 durante la visita del presidente zimbabweano Robert Mugabe in Cina. Leggi

La Cina manda 232 operatori sanitari in Africa per combattere l’ebola

La Cina ha deciso di aumentare il suo impegno nella lotta contro il virus ebola, mandando altri 232 operatori sanitari in Africa occidentale. Lo conferma il China Daily, un quotidiano vicino al governo di Pechino.

La spedizione partirà stasera: 154 operatori andranno in Liberia e 78 in Sierra Leone. Si aggiungeranno ai 43 medici e 35 specialisti già inviati dal governo cinese in Sierra Leone, che hanno curato 61 pazienti e addestrato 1.600 medici locali.

La Cina, che non ha registrato alcun caso di ebola tra i suoi cittadini, ha già speso 121 milioni di dollari per combattere il virus in Africa occidentale. Al Jazeera

Firmato un patto sul nucleare tra Sudafrica e Cina

Il ministro dell’energia sudafricano ha annunciato la firma di un accordo con la Cina per la cooperazione sul nucleare civile. Il Sudafrica si doterà di nuovi reattori nucleari cinesi, per un totale di 9.600 megawatt.

L’accordo arriva dopo la firma da parte del Sudafrica di altri due accordi sul nucleare: quello con la Russia, siglato il 21 settembre, e quello con la Francia, siglato il 14 ottobre. Afp

La Cina manda aiuti contro l’ebola in Africa

La Cina manderà mille operatori sanitari in Africa occidentale per combattere l’epidemia di ebola.

La Cina è uno dei principali partner commerciali del continente africano ed è stata criticata per non aver mandato aiuti durante l’epidemia, al contrario di paesi come gli Stati Uniti e Cuba che hanno inviato centinaia di operatori nel continente. Reuters

Medici cinesi per combattere l’ebola in Liberia

La Cina invierà in Liberia un’unità medica dell’esercito per aiutare il paese ad affrontare l’epidemia di ebola. Lo ha annunciato il ministero degli esteri cinese in risposta alla richiesta delle Nazioni Unite di un maggiore sforzo globale per combattere il virus in Africa occidentale.

La squadra, che nel 2002 fu impegnata a combattere un focolaio di Sindrome acuta respiratoria severa (Sars), costruirà un centro di cura con cento posti letto in Liberia, la prima struttura nei tre paesi più colpiti dal virus (Guinea, Liberia e Sierra Leone) a essere costruita e gestita da un paese straniero. Il centro sarà aperto entro un mese.

Pechino invierà anche 480 persone tra medici, infermieri e personale medico per il trattamento dei pazienti di ebola.

È la prima volta che la Cina schiera all’estero un’intera unità militare specializzata in prevenzione di epidemie. Reuters

Una nuova casa per un milione di cinesi

Howard French è stato a lungo il corrispondente in Africa del New York Times e del Washington Post, diventando uno dei più autorevoli commentatori sulle questioni che riguardano il continente.

Il suo ultimo libro China’s second continent, uscito quest’anno negli Stati Uniti con Random house, esamina il fenomeno dell’immigrazione cinese, sempre più aggressiva, nei paesi africani.

Secondo French, sono almeno un milione i cinesi che sono andati a vivere in Africa, attirati dalle maggiori opportunità economiche e dalla qualità della vita. Per molti di loro i paesi africani sono meno corrotti, inquinati e sovrappopolati della Cina.

Grazie alla sua conoscenza del mandarino, French ha potuto intervistare imprenditori, commercianti e medici di vari paesi, che vanno dal Mozambico alla Sierra Leone.

Nella lunga recensione pubblicata dal Christian Science Monitor, Chris Hartman definisce il libro “uno studio di come la Cina, sia individualmente sia collettivamente, stia sfruttando al massimo le sue relazioni con le nazioni africane per estendere la sua influenza economica nel resto del mondo”. Christian Science Monitor

Tutti vogliono un pezzo d’Africa

Decine d’anni dopo che le potenze imperiali europee si sono spartite l’Africa, il continente è di nuovo l’oggetto di una corsa per il controllo strategico e l’accaparramento delle sue risorse.

La tv qatariota Al Jazeera ha indagato su quella che alcuni analisti definiscono la “nuova corsa all’Africa”. Da una parte, gli Stati Uniti hanno espanso le loro attività militari attraverso il comando Africom, ufficialmente per combattere il terrorismo e assicurare la stabilità dei governi loro alleati.

Dall’altra, la Cina negli ultimi dieci anni ha raddoppiato il volume degli scambi commerciali con il continente.

Questa corsa, come viene spiegato nel programma tv Empire, coinvolge anche paesi emergenti, come l’India, il Brasile e la Russia, e predilige gli strumenti del soft power (aiuti umanitari ed economici, trattati commerciali, investimenti in infrastrutture) alla forza militare.

Un servizio di Al Jazeera illustra la corsa alle risorse africane. La Cina è protagonista, ma deve competere con vecchie e nuove potenze. Al Jazeera

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