Mia figlia di cinque anni ha solo amici maschi e gioca a cose “da maschi”. Di recente ha iniziato a non volersi più vestire “da femmina” e a farmi domande tipo “le bambine possono fare la pipì in piedi?”. Mi sembra felice e non confusa. Io però non sono contenta che ripudi tutto ciò che è femminile; come se non le avessi trasmesso quanto forti e meravigliose siano le donne. E sono, soprattutto, molto disorientata: ha senso parlare di fasi o è evidente che c’è dietro qualcosa di più grande?–Alice

Per inquadrare in modo giusto il discorso bisogna innanzitutto ribadire un principio: tua figlia, prima di essere femmina, è tua figlia. Un essere complesso e sfaccettato, che presenta una combinazione unica di quei tratti di espressione di genere che siamo abituati a definire da maschio o da femmina. In teoria il fatto che lei sia biologicamente femmina non dovrebbe creare nessuna aspettativa sul tipo di giochi che vuole fare, su quali amici si sceglie o su come vuole fare la pipì. Da come ne parli, penso che tua figlia sia forte e meravigliosa esattamente così com’è.

Poi però capisco le tue preoccupazioni: questa sua gravitazione verso forme d’espressione tipicamente maschili può indicare una disforia di genere? La risposta è sì, potrebbe. Anche se non è affatto detto. Più che parlare di fasi ti consiglio di vivere al presente, senza cadere nella trappola delle proiezioni e nelle aspettative.

Resta all’ascolto di tua figlia, che mi sembra molto brava a far sentire la sua voce, e diventa la sua più grande alleata mentre lei si prepara a essere se stessa a dispetto di quello che ci si aspetta da lei.
daddy@internazionale.it

Internazionale pubblica ogni settimana una pagina di lettere. Ci piacerebbe sapere cosa pensi di questo articolo. Scrivici a: posta@internazionale.it

Questo articolo è uscito sul numero 1519 di Internazionale, a pagina 16. Compra questo numero | Abbonati