15 dicembre 2014 17:05

Con un comunicato diffuso in sette lingue, i giornalisti di Zaman protestano contro l’arresto del loro direttore, Ekrem Dumanlı.

Quella di oggi è una giornata molto triste per la democrazia e la libertà di stampa in Turchia. Molti colleghi, tra cui il nostro direttore Ekrem Dumanlı, sono stati arrestati in base ad accuse infondate. In Turchia, recentemente la libertà di espressione ha fatto dei grandi passi indietro. All’inizio di quest’anno, Freedom house ha retrocesso la Turchia alla categoria di paese dove la stampa ‘non è libera’. Gli arresti di massa segnano un ulteriore, gravissimo passo indietro.

Dagli anni ottanta il nostro gruppo ha rappresentato una voce autorevole a favore della libertà, dell’integrazione della Turchia con le democrazie e della pace interna e internazionale. Nonostante le intimidazioni e le persecuzioni giudiziarie ai danni dei giornalisti e delle agenzie di stampa orchestrate dal governo soprattutto negli ultimi anni, abbiamo continuato a fare il nostro lavoro con coerenza e a ogni costo. Il nostro unico crimine è quello di raccontare importanti casi di corruzione e derive autoritarie. Le pressioni esercitate su Zaman e su altri organi della stampa indipendente si sono fatte sempre più pesanti, andando dal divieto di dare notizie all’espulsione di giornalisti e alle pressioni sulle aziende a non comprare spazi pubblicitari su questi mezzi d’informazione. Il feroce attacco sferrato contro di noi e contro altri colleghi non fa che confermare la correttezza delle nostre inchieste.

I nostri lettori, la Turchia e il resto del mondo stiano tranquilli: non cederemo alla paura e ai soprusi. Confidiamo nel fatto che la Turchia possa un giorno lasciarsi alle spalle questo capitolo buio e diventare finalmente una democrazia migliore, dove la stampa non deve subire alcuna repressione.

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