08 giugno 2015 16:31
Selahattin Demirtaş, leader del partito filocurdo Partito democratico dei popoli (Hdp) festeggia il risultato elettorale a Istanbul, in Turchia. (Murad Sezer, Reuters/Contrasto)

Uno dei protagonisti delle elezioni legislative in Turchia è stato Selahattin Demirtaş, leader del Partito democratico del popolo (Hdp), la formazione filocurda nata nel 2013 da una costola del Partito della pace e democrazia (Bdp). Con la sua guida, l’Hdp ha conquistato il 12,7 per cento dei voti, ha superato la soglia del dieci per cento ed è entrato nel parlamento per la prima volta nella storia del paese.

Demirtaş, 42 anni, avvocato, attivista per i diritti umani, fondatore di Amnesty international a Diyarbakir è riuscito a ottenere il risultato per cui aveva lavorato durante la campagna elettorale: superare le divisioni interne della comunità curda e ottenere il consenso anche dei laici, per cui incarna l’opposizione a Erdoğan. Ecologista e impegnato per i diritti civili degli omosessuali, Demirtaş è riuscito a convincere 5,7 milioni di elettori a votare per il partito filocurdo ed ha portato i curdi fuori dal loro isolamento nazionalista, influenzato da più di trent’anni di conflitto armato tra il Partito dei lavoratori del Kurdistan (Pkk) e governo.

Entrato in politica nel 2007, Demirtaş è originario di Elâzığ, una cittadina nel Kurdistan turco, si è presentato alle presidenziali del 2014 ed è arrivato terzo con poco meno del dieci per cento, sfidando Recep Tayyip Erdoğan. È riuscito a trasformare il partito curdo in un partito moderno, che riscuote consensi ben al di là della base elettorale curda (il 20 per cento della popolazione turca). Così alle ultime elezioni hanno votato per l’Hdp le classi borghesi e urbane, la Turchia secolare che si oppone al conservatorismo del Partito per la giustizia e lo sviluppo (Akp) al potere da tredici anni. Durante la campagna elettorale, il leader dell’Hdp è stato il principale obiettivo polemico di Erdoğan che lo ha definito un “infedele”, perché ha promesso di lottare per l’abolizione dell’agenzia governativa per gli affari religiosi. Erdoğan ha accusato di Demirtaş di essere il volto presentabile del Pkk, il movimento armato indipendentista curdo, dichiarato fuorilegge da Ankara.

Selahattin Demirtaş ha commentato i risultati elettorali in una conferenza stampa ad Ankara: “I popoli oppressi delle Turchia che vogliono giustizia, pace e libertà hanno ottenuto un’importante vittoria oggi. È la vittoria dei lavoratori, dei disoccupati, dei contadini. È una vittoria della sinistra”.

In un’intervista rilasciata lo scorso anno Demirtaş ha raccontato che la prima volta in cui ha pensato di appartenere a una minoranza etnica perseguitata aveva 15 anni. Aveva partecipato al funerale di un leader politico curdo, durante il quale alcuni uomini armati hanno aperto il fuoco e hanno ucciso otto persone. “È stato in quel momento che ho capito di essere curdo”, ha dichiarato.

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