09 luglio 2015 16:34

Un tribunale iracheno ha condannato a morte per impiccagione 24 persone ritenute responsabili dell’uccisione di centinaia di soldati iracheni, in gran parte sciiti, nel giugno del 2014 vicino a Tikrit. Il massacro di Camp Speicher, che prende il nome dalla base militare dove sono state catturate le vittime, è stato commesso all’inizio dell’avanzata del gruppo Stato islamico in Iraq.

I jihadisti hanno pubblicato su internet le foto e i video delle esecuzioni, che mostrano centinaia di prigionieri in abiti civili caricati su camion e costretti a sdraiarsi a terra con le mani legate prima di essere fucilati da uomini a volto coperto. Il gruppo Stato islamico ha riferito di avere ucciso 1.700 persone, ma il numero preciso delle vittime non è mai stato accertato. Alcuni corpi sono stati gettati nel fiume Tigri e altri sono stati seppelliti in fosse comuni. Nella zona intorno alla città di Tikrit ne sono state ritrovate dodici, che contenevano circa seicento corpi. La città, rimasta sotto il controllo dei jihadisti da giugno del 2014, è stata liberata a marzo dall’esercito iracheno, sostenuto dalle tribù sunnite e dalle milizie formate da volontari sciiti.

Per il massacro sono state processate 28 persone, quattro sono state prosciolte. Secondo alcuni gruppi per la difesa dei diritti umani il processo non ha rispettato gli standard internazionali. Le prove si sono basate in gran parte sulle confessioni degli imputati, che sarebbero state estorte sotto tortura. Altre 604 persone sospettate di avere preso parte al massacro sono ancora ricercate.

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