02 ottobre 2015 14:52

Cosa, quando, come. Giovedì 1 ottobre un uomo armato di 26 anni ha ucciso almeno nove persone e ne ha ferite altre sette in un campus universitario in Oregon, negli Stati Uniti, prima di essere a sua volta ucciso dalla polizia. Alle 10.38 ora locale (le 19.38 in Italia) il numero delle emergenze ha ricevuto una chiamata d’allarme per colpi d’arma da fuoco all’Umpqua community college di Roseburg, una cittadina di ventimila abitanti nella contea di Douglas. Alla scuola di istruzione superiore sono iscritti circa tremila studenti, e solo alcune centinaia frequentano a tempo pieno.

Chi. Le forze dell’ordine hanno identificato il responsabile della strage,Chris Harper Mercer, che viveva con la madre in un quartiere popolare vicino al campus. Mercer era nato nel Regno Unito e la sua famiglia si è trasferita negli Stati Uniti quando era bambino. Per ora si conoscono pochi dettagli sulla sua vita anche se l’uomo avrebbe lasciato diverse tracce online che suggeriscono un interesse per le stragi da arma da fuoco oltre al sostegno politico dell’Ira.

C0m’è successo? L’aggressore armato è entrato prima nella Snyder hall, un edificio accademico al centro del campus, poi si è spostato nella palazzina dove si trova il laboratorio di informatica. Lì è avvenuta la sparatoria con la polizia in cui è rimasto ucciso.

Il movente. Non sono chiari i motivi che hanno spinto Mercer a uccidere, anche se una testimone di 18 anni, Kortney Moore, ha raccontato al giornale locale Roseburg News Review, che si trovava in classe quando un proiettile è entrato dalla finestra colpendo il suo insegnante alla testa. Mercer è poi entrato, ha ordinato ai presenti di buttarsi a terra e poi di alzarsi dichiarando la loro religione, dopo di che ha ricominciato a sparare. Non è chiaro se l’aggressore fosse o meno un ex studente del college, anche se il suo nome figura come assistente di produzione in uno spettacolo ospitato dal teatro della scuola. La polizia sta anche indagando sull’ipotesi che abbia pubblicato dei messaggi su una chat avvertendo gli studenti di stare lontani dal campus prima della strage.

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Le reazioni. Il presidente Barack Obama, alla quindicesima conferenza stampa per una strage provocata da armi da fuoco dall’avvio del suo mandato, è apparso particolarmente provato. “Siamo l’unica nazione al mondo che subisce continuamente queste stragi armate. L’unica al mondo che non ha leggi ragionevoli sulle armi. Sono stati uccisi più americani in queste sparatorie che negli attacchi terroristici”.

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Le cifre. Secondo l’Fbi ogni sparatoria che provochi almeno tre morti può essere definita mass shooting, strage provocata da armi da fuoco. Il Washington Post ne ha calcolate 294 dall’inizio del 2015, su un totale di 274 giorni: più di una strage al giorno. Secondo i dati dei Center for disease control and prevention, tra il 2004 e il 2013 (l’ultimo anno disponibile) sono morte, colpite da armi da fuoco, 316.545 persone.

Secondo il dipartimento di Stato, i cittadini statunitensi uccisi all’estero in attacchi terroristici sono stati, negli stessi anni, 277. A questi vanno aggiunti i 36 morti in atti terroristici avvenuti negli Stati Uniti, per un totale di 313 morti. Questo significa che in un decennio ci sono state mille persone uccise da arma da fuoco per ogni statunitense morto in un attentato terroristico.

Quella di Roseburg è la quarantacinquesima sparatoria avvenuta in una scuola degli Stati Uniti dall’inizio dell’anno. La 142ª dal dicembre del 2012.

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