13 novembre 2015 17:05

Il vertice sull’immigrazione, che si è svolto a Malta l’11 e 12 novembre, ha prodotto due risultati: ha sancito che non esiste una visione comune tra paesi africani ed europei sulla gestione dei flussi migratori e ha confermato che i leader europei sono pronti a fare accordi con la Turchia per fermare l’arrivo in Europa di migliaia di migranti e profughi, provenienti dalla Siria e dal Medio Oriente.

Le conclusioni del vertice, per punti

  1. La Commissione europea ha lanciato un Fondo fiduciario di emergenza da almeno 1,8 miliardi di euro, destinato alla cooperazione con l’Africa. Il fondo è composto da 1 miliardo di euro già stanziato, proveniente dal Fondo di sviluppo europeo. A questo si aggiungeranno altri finanziamenti destinati alla cooperazione dai singoli stati che finora sono arrivati a 78 milioni di euro. L’Italia contribuirà con 10 milioni di euro. I Paesi Bassi sono il paese che ha offerto più fondi: 15 milioni di euro. Grecia, Cipro e Croazia non contribuiranno con nessun fondo.
  2. Il Fondo fiduciario di emergenza non è stato accolto con favore dagli stati africani che lo hanno definito “solo un inizio”, “un minimo comune denominatore” insufficiente. Secondo gli analisti, non c’è stata una visione comune della questione da parte di africani ed europei. Infatti mentre i paesi africani insistevano sulla creazione di canali legali per l’ingresso in Europa e l’immigrazione come motore di crescita e di sviluppo, gli europei erano interessati al controllo delle frontiere esterne dell’Unione e ad accordi di rimpatrio più rapidi ed efficaci per i migranti irregolari.
  3. Nel summit tra i 28 paesi europei che si è svolto alla Valletta, a margine del vertice tra paesi africani ed europei, è emerso un accordo di massima dei paesi europei a concedere 3 miliardi di euro alla Turchia nei prossimi due anni per rafforzare il controllo della frontiera orientale dell’Unione europea e gestire i campi profughi nel suo territorio. Programmi annuali di ricollocamento dei profughi dalla Turchia all’Unione europea e l’apertura del mercato del lavoro turco ai profughi, tra le misure in discussione. Dei dettagli dell’accordo, proposto dalla cancelliera tedesca Angela Merkel il 18 ottobre, si discuterà nelle prossime settimane a Bruxelles (probabilmente il 22 novembre). Tra i più entusiasti sostenitori del patto con Ankara il premier britannico David Cameron, che ha promesso di stanziare 400 milioni di euro. Nei campi profughi turchi al momento si trovano 2,5 milioni di richiedenti asilo siriani. Nel 2015 500mila profughi hanno attraversato il mar Egeo per arrivare in Grecia da dove hanno intrapreso la rotta balcanica per raggiungere i paesi dell’Europa settentrionale e occidentale.

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