28 gennaio 2016 18:35

Una buona insonorizzazione nelle stanze d’albergo è una di quelle cose che si notano solo quando mancano. Spesso le stanze sono abbastanza silenziose da consentire un buon sonno notturno. Ma mi chiedo sempre se questa pace sia dovuta a vicini di stanza cortesi, scarsità di ospiti o a uno spesso strato di materiale isolante tra le pareti. E ci metto pochissimo a maledire la mia sorte se questa pace sparisce.

Tutti hanno le loro storie degli orrori. Una volta mi trovavo in Sri Lanka, dopo un viaggio sfiancante, e avevo bisogno di un buon riposo notturno. Proprio mentre stavo per appisolarmi, è entrato in funzione il sound-system di un locale notturno molto famoso e, come ho avuto modo di scoprire subito, molto vicino.

Si potrebbe pensare che non ci possa essere niente di più sconfortante del bum-bum di una grancassa che, lo sapete, vi terrà svegli fino all’alba. Non ne sono così sicuro. Almeno aveva ritmo. Una volta a Granada ho prenotato una stanza in un affascinante albergo in una strada secondaria. Solo quando stavo per appoggiare la testa sul cuscino ho scoperto che proprio sotto la mia finestra c’era un negozio di castagnette. A quanto pare qualsiasi turista incapace di andare a tempo era costretto a fermarsi e provarle.

Molti vi diranno che il punto debole di una stanza è la porta

Dormire sodo sembra essere particolarmente difficile negli alberghi più vecchi. Gli edifici moderni, d’altro canto, tengono conto dell’insonorizzazione nel progettare le loro stanze, anche se gli sforzi non sono all’altezza delle aspettative. Molte aziende edili offrono servizi di insonorizzazione aggiungendo, per esempio, pannelli di fibre di vetro alle pareti e ai soffitti e inserendo materiali umidificanti nelle cavità. Molti però vi diranno che il punto debole di una stanza è la porta. Non serve un rumore troppo forte per fare breccia nel legno, anche il più solido. Perciò una nota catena negli Stati Uniti ha cominciato a proporre le “porte acustiche”. Sono pannelli collocati su rulli all’esterno della stanza, che possono scorrere sulla porta di ingresso. Pare che gli ospiti le gradiscano molto.

Al momento, le porte acustiche non sono in programma negli alberghi di questa società in Europa. Dove però sembra che la guerra al rumore stia prendendo in nuova direzione. Secondo Business Traveller:

Ci sono hotel che hanno introdotto delle zone silenziose tra le nove di sera e le dieci di mattina per cinque notti alla settimana, limitando le attività di pulizie e di manutenzione non necessaria in quelle ore. Lo scorso autunno, inoltre, la catena – che si rivolge soprattutto a chi viaggia per affari – ha cominciato a installare nuovi letti con testiere ricurve che a quanto pare ridurrebbero di quasi un terzo i livelli di rumore. Altre catene offrono agli ospiti in alcuni dei loro alberghi l’uso di un dispositivo per il ‘rumore bianco’, finalizzato a distrarli piuttosto che a evitare che l’inquinamento acustico gli impedisca di dormire (gli altri viaggiatori, tuttavia, possono ottenere lo stesso effetto con le moltissime app per smartphone che riproducono rumore bianco). Alcuni alberghi negli Stati Uniti stanno testando una nuova tecnologia che monitora i livelli di rumore nella stanza. Dei sensori collocati all’interno di una piccola unità nella stanza simile a una base wi-fi sono in grado di identificare aumenti imprevisti non solo di rumore, ma anche di temperatura, luce e umidità.

Esiste inoltre un tentativo di introdurre degli standard di silenziosità. L’organizzazione olandese Quiet Room certifica le stanze ben isolate contro l’inquinamento acustico. Le stanze sono inserite in uno dei tre “livelli di silenzio”. Si va dalla categoria III, in cui il livello massimo di suono consentito è di 54 decibel – più o meno paragonabile al ronzio di un frigorifero – alla I, in cui i suoni non superano i 43 decibel. L’organizzazione sostiene di basare le sue misurazioni su diversi tipi di suono dentro e intorno alla stanza.

Oltre a questo, i viaggiatori devono affidarsi al loro ingegno. I suggerimenti sono banali. La stanza ideale in cui trovare pace e tranquillità sarà lontana dall’ascensore, ancora di più dal bar, sarà all’ultimo piano e l’affaccio sarà lontano dalla strada più trafficata. Purtroppo queste camere tendono a essere molto richieste. Per tutti gli altri ci sono i tappi per le orecchie.

(Traduzione di Giusy Muzzopappa)

Questo articolo è stato pubblicato sul settimanale britannico The Economist.

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