04 maggio 2016 14:31

Il 4 maggio la Commissione europea ha proposto il suo piano per affrontare l’arrivo di migranti e profughi in Europa nei prossimi mesi, che prevede tra le altre cose la liberalizzazione dei visti per i cittadini turchi, condizione inserita nel controverso accordo tra Ankara e Bruxelles, stipulato lo scorso marzo. Il piano dovrà essere approvato dal Consiglio europeo e dal parlamento europeo entro giugno. Ecco i punti principali.

La liberalizzazione dei visti per i cittadini turchi

La misura era già stata annunciata nell’accordo stipulato da Bruxelles con Ankara, che prevede una serie di concessioni alla Turchia da parte dell’Unione europea in cambio della riammissione di tutti i migranti arrivati ​​in Grecia dopo il 20 marzo, tra cui i profughi siriani. La proposta della Commissione dovrà essere approvata dal Consiglio europeo e dal parlamento europeo entro la fine di giugno. E non c’è accordo su questo punto tra i diversi paesi dell’Unione. In cambio della liberalizzazione dei visti, la Turchia, a sua volta s’impegna a soddisfare 72 condizioni. Cinque di queste condizioni sono ancora in discussione: quella legata alla lotta alla corruzione, la riforma delle condanne penali, un accordo con l’ufficio di polizia Europol, la protezione dei dati, le leggi antiterrorismo.

La riforma del regolamento di Dublino

La Commissione proporrà di superare il regolamento di Dublino, l’attuale quadro normativo che regola l’armonizzazione del diritto d’asilo nei 28 paesi dell’Unione europea. Al momento un richiedente asilo deve presentare la sua richiesta di protezione internazionale nel primo paese d’ingresso in Europa. La riforma prevede che continui a essere così, tuttavia sarà stabilito un numero massimo di richieste d’asilo che ogni paese potrà accettare. Se questo numero sarà superato, tutte le persone che hanno diritto all’asilo saranno distribuite automaticamente in Europa, indipendentemente dalla loro nazionalità. Se uno stato rifiuterà di partecipare al sistema, sarà soggetto a un contributo finanziario, da versare al primo paese di ingresso del richiedente asilo. Si tratterà di una specie di “tassa di solidarietà”. Si è parlato di 250mila euro per ogni rifugiato.

Il potenziamento di Eurodac

La terza parte della proposta prevede il rafforzamento del sistema Eurodac, cioè del database condiviso dai diversi paesi europei che raccoglie le impronte digitali dei migranti e dei richiedenti asilo entrati in Europa. Questo sistema dovrebbe facilitare il ricollocamento dei richiedenti asilo all’interno dei diversi paesi europei, ma anche il respingimento nei paesi d’origine dei migranti irregolari, infine dovrebbe impedire a un migrante di presentare una domanda d’asilo in più di un paese europeo. Secondo la proposta della Commissione, gli stati membri dovrebbero introdurre nuovi dati nel sistema (nome, data di nascita, documenti di viaggio, foto). Secondo i suoi sostenitori questa riforma dovrebbe aiutare anche i ricongiungimenti familiari.

L’istituzione di un’agenzia europea per l’asilo

Il piano prevede che sia rafforzato l’Ufficio europeo di sostegno all’asilo (Easo) e siano potenziate le risorse umane impiegate nell’agenzia. L’agenzia sarà responsabile di far rispettare le nuove regole, di promuovere gli scambi e la cooperazione tra gli stati membri e di garantire il ricollocamento dei rifugiati. L’agenzia inoltre dovrebbe fornire assistenza a uno stato membro che si trova di fronte a un afflusso massiccio e imprevisto di richiedenti asilo, con gruppi di esperti composti da almeno 500 persone.

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