16 maggio 2016 09:23

I ministri degli esteri dell’Europa, degli Stati Uniti e dei paesi vicini alla Libia si riuniscono oggi, 16 maggio, a Vienna in Austria per discutere della situazione caotica che regna in questo paese, vittima delle divisioni politiche e della minaccia jihadista.

La riunione si svolge in un momento molto importante per la Libia: da un lato i jihadisti del gruppo Stato islamico (Is) hanno di recente esteso la loro influenza a ovest della città di Sirte, che controllano dal giugno 2015; dall’altro il governo di unità nazionale sostenuto dalle Nazioni Unite fatica a consolidare la sua autorità, più di un mese e mezzo dopo essersi insediato a Tripoli.

Il vertice presieduto dal ministro degli esteri italiano Paolo Gentiloni e dal segretario di stato americano John Kerry riunirà “i principali attori” regionali e internazionali allo scopo di sostenere “il processo di stabilizzazione”, ha dichiarato Gentiloni nel corso di una recente visita in Tunisia.

Il 12 maggio alcuni responsabili e diversi diplomatici statunitensi hanno affermato che per aiutare le nuove autorità nella lotta contro l’Is gli Stati Uniti sono pronti a rendere meno duro l’embargo dell’Onu sulle armi imposto all’inizio della rivolta contro il regime di Muammar Gheddafi nel 2011.

La settimana scorsa i combattenti dell’Is si sono impadroniti della località di Abu Grein, un centinaio di chilometri a ovest di Sirte, dopo una serie di attacchi contro le forze militari del governo di unità nazionale.

È la prima volta che l’organizzazione jihadista riesce a estendere il suo controllo a ovest di questa città. Dissensi politici e la mancanza di sicurezza hanno agevolato dal 2014 l’insediamento dell’Is in Libia, creando una minaccia diretta per i suoi vicini e per l’Europa. Nel paese l’Is conta fra i tremila e i cinquemila combattenti e secondo fonti francesi e statunitensi sta cercando di attirare centinaia di stranieri.

I partecipanti alla riunione di Vienna cercheranno inoltre di fornire un aiuto supplementare al nuovo esecutivo, diretto da Fayez Al Sarraj, che si trova di fronte a numerose difficoltà.

(Traduzione di Andrea De Ritis)

Internazionale pubblica ogni settimana una pagina di lettere. Ci piacerebbe sapere cosa pensi di questo articolo. Scrivici a: posta@internazionale.it