15 settembre 2016 09:34

Finalmente, il 14 settembre abbiamo sentito la più alta carica dell’Unione europea, il presidente della Commissione Jean-Claude Juncker, parlare di politica e avanzare proposte concrete che potrebbero ridare un senso, una credibilità e (forse, un giorno) una popolarità all’unità dell’Europa.

Da uomo politico, Juncker ha attaccato la nuova estrema destra, che “non risolve i problemi, al contrario”, per poi ricordare che l’unità europea deve “proteggere” i cittadini dell’Unione perché il modello sociale dell’Europa “non è il far west, ma l’economia sociale di mercato”, una peculiarità europea che presenta un mercato regolato e umanizzato dalla protezione sociale.

In questo modo Juncker tenta di allontanarsi radicalmente dal neoliberismo in base al quale ognuno deve cavarsela da solo, senza solidarietà e senza una protezione collettiva. Il presidente della Commissione ha riportato il progetto europeo nel solco comune alle due grandi forze politiche dell’Unione, la democrazia cristiana e la socialdemocrazia, ricordandoci che l’unità degli europei non può nascere dalla rottura con le loro tradizioni politiche.

Attacco al neoliberismo
Juncker vuole dire che lo stato sociale non si difende tornando alle frontiere nazionali, ma affermando una potenza pubblica continentale. Il suo intervento è chiaramente un attacco ai liberisti e ai nazionalisti.

È bello sentire queste parole, perché l’unità dell’Europa è fatta di questi concetti, della difesa di un modello di civiltà tra i più avanzati del mondo, e le proposte di Juncker vanno chiaramente in questa direzione. Il presidente ha infatti chiesto di raddoppiare, portandola oltre i 600 miliardi di euro, la somma dedicata all’investimento comune, perché i paesi europei hanno urgente bisogno di investimenti produttivi, a cominciare dalla sfera del digitale.

Dato che per protezione non si intende solo quella sociale ma anche la sicurezza di tutti, Juncker ha proposto di avvicinarci a una difesa comune dell’Europa creando uno stato maggiore comune, risorse militari comuni e un fondo d’investimento nella ricerca militare.

Bisogna investire nel futuro industriale e nella sicurezza, qualcosa che gli europei possono fare solo insieme. Ma questo discorso sullo stato dell’Unione, pronunciato davanti al parlamento europeo in vista del vertice di Bratislava che si aprirà il 16 settembre, rischia di non scalfire l’euroscettisimo e di non rimettere l’Europa sul binario corretto, perché potrebbe essere arrivato troppo tardi.

Quindici anni di politiche liberiste senza immaginazione, quindici anni di decisioni contabili e non politiche, hanno disgustato l’opinione pubblica europea. L’Unione è divisa come non lo era mai stata, e quest’anno il nazionalismo potrebbe rafforzarsi ulteriormente. L’unità europea è gravemente minacciata. Ma se la svolta avviata ieri sarà confermata, magari scopriremo di essere ancora in tempo a cambiare le cose.

(Traduzione di Andrea Sparacino)

Bernard Guetta sarà al festival di Internazionale a Ferrara dal 30 settembre al 2 ottobre 2016.

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