16 settembre 2016 09:34

Non ci saranno sorprese. Russia unita, il partito di Vladimir Putin, non perderà la maggioranza in occasione delle legislative del 18 settembre, ma quando si arriverà allo scrutinio l’affluenza sarà molto importante.

Con un’economia in difficoltà e un tenore di vita in caduta libera, i russi potrebbero usare l’astensione per esprimere la loro preoccupazione, la loro perdita di fiducia e il loro malcontento, perché la situazione del loro paese non è mai stata così difficile da quando è arrivato al potere il loro presidente, sedici anni fa.

Le casse sono svuotate dal calo del prezzo del petrolio e delle materie prime da cui la Russia ricava gran parte dei suoi introiti, anche perché Mosca non ha saputo investire nella sua reindustrializzazione quando il prezzo del barile era all’apice. Anche se mostra i muscoli in Ucraina e Siria, sul fronte interno è una potenza povera, le cui difficoltà sono state aggravate dalle sanzioni occidentali imposte dopo l’annessione della Crimea.

Ottimismo lontano
L’anno scorso il pil russo si è contratto di circa il 4 per cento, perdendo un altro mezzo punto percentuale nell’ultimo semestre. Anche se questo crollo verticale sembra essersi arrestato, i russi non credono più in un futuro roseo. Lontani dall’ottimismo dei primi anni duemila, hanno paura della disoccupazione, della riduzione delle pensioni, dell’aumento dei prezzi e del degrado dei servizi pubblici (come scuole e ospedali) che sono penalizzati dai tagli alla spesa.

Se ci fossero ancora veri partiti d’opposizione, pur senza denaro e senza accesso ai mezzi d’informazione, potrebbero sperare in un’avanzata alle elezioni del 18 settembre, ma l’opposizione nei confronti di Putin è stata sistematicamente smantellata.

L’unico uomo che avrebbe potuto guidare l’opposizione, Boris Nemtsov, è stato assassinato. La maggior parte delle organizzazioni indipendenti e l’unico istituto di sondaggi credibile, il centro Levada, sono stati costretti a farsi da parte accusati di avere legami con l’estero. La televisione è interamente nelle mani del governo. La pena prevista per le manifestazioni non autorizzate è ormai talmente dura che non è più possibile scendere in piazza.

Il presidente russo non è con le spalle al muro, e conserva un margine di manovra

E non è tutto. Malgrado lo stato dell’economia, Putin continua a godere di una grande popolarità, perché agli occhi dei russi continua a incarnare la riaffermazione del loro paese sulla scena internazionale, il ritorno a una fierezza nazionale perduta con il crollo dell’Unione Sovietica e ritrovata con l’annessione della Crimea dopo la repressione dell’indipendentismo ceceno.

Il presidente russo non è con le spalle al muro, e conserva un margine di manovra che potremo misurare il 18 settembre con l’affluenza alle urne. Tuttavia si avvicinano le presidenziali del 2018 e Putin dovrà scegliere tra ulteriori giri di vite o la riconciliazione con gli occidentali. Al momento il presidente russo sembra indeciso. La Siria ci dirà presto cosa ha intenzione di fare.

(Traduzione di Andrea Sparacino)

Bernard Guetta sarà al festival di Internazionale a Ferrara dal 30 settembre al 2 ottobre 2016.

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