10 gennaio 2017 09:53

Scoprire le proprie carte troppo presto non è mai una buona idea, ma resta il fatto che sei mesi dopo aver assunto il comando del Regno Unito sull’onda del referendum sulla Brexit, Theresa May non ha ancora manifestato le sue priorità, speranze e linee rosse nel negoziato sull’uscita dall’Unione che si aprirà a fine marzo.

Sappiamo che il suo partito è spaccato tra sostenitori di una vera uscita e partigiani di un allontanamento solo nominale, tra chi vorrebbe mantenere legami con l’Ue sotto forma di un accordo di associazione e chi vorrebbe tagliare i ponti per commerciare con il resto del mondo nel quadro di accordi bilaterali.

Al centro del dibattito ci sono il mercato comune europeo e il libero accesso al mercato dei ventotto paesi dell’Europa unita che le industrie britanniche considerano fondamentale per gli interessi della City, la piazza finanziaria di Londra che rappresenta una delle grandi risorse del Regno Unito.

Un silenzio inspiegabile
Diversi imprenditori mettono in guardia contro l’ipotesi di una “Brexit dura”, una soluzione che invece piace a molti pezzi grossi del governo, convinti che restando nel mercato comune il Regno Unito dovrebbe permettere ai cittadini dell’Unione di continuare a muoversi liberamente sul suo territorio e Londra sarebbe costretta a sottomettersi alle regole europee, alla cui definizione non potrebbe più prendere parte.

Acceso, pubblico e cruciale per il futuro del Regno Unito, il dibattito imperversa, ma cosa ne pensa la prima ministra May? Non lo sappiamo, tanto che il rappresentante permanente del Regno Unito a Bruxelles si è dimesso la settimana scorsa per evidenziare l’impreparazione del suo paese per i futuri negoziati con l’Unione. Sull’argomento c’è una tale incertezza che il settimanale The Economist ha cominciato a chiamarla Theresa Maybe, Theresa “Forse”.

È evidente che dovrà esserci una Brexit perché così ha deciso la popolazione

Abilità? Indecisione? Nessuno riesce a spiegare il silenzio di Theresa May, ma la verità è che la premier si trova in una situazione impossibile, e con lei il Regno Unito. Da un lato i britannici che hanno votato sì alla Brexit lo hanno fatto per sbarrare le frontiere agli immigrati europei. Dall’altro lato il Regno Unito avrebbe troppo da perdere dall’esclusione dal mercato comune. Mentre gli scozzesi minacciano di dichiarare la loro indipendenza in caso di Brexit dura, è evidente che dovrà necessariamente esserci una Brexit perché così ha deciso la popolazione, e inoltre i paesi europei non vogliono accettare una permanenza del Regno Unito senza una conferma della libera circolazione, perché questo significherebbe trasformare l’Unione in una semplice zona di libero scambio.

Theresa May non sa cosa dire perché i britannici si sono fatti ingannare da bugiardi che hanno promesso tutto e il contrario di tutto, nascondendogli la reale posta in gioco in questo divorzio.

(Traduzione di Andrea Sparacino)

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