20 gennaio 2017 09:48

Tra poche ore Donald Trump assumerà il comando degli Stati Uniti. Nonostante in questi mesi abbia parlato in continuazione, ancora nessuno sa cosa farà davvero durante la sua presidenza.

Nessuno sa fino a che punto si spingerà nel suo braccio di ferro con la Cina, nel suo riavvicinamento alla Russia, nella rivalutazione dell’Alleanza atlantica e nel suo tentativo di ripristinare le barriere doganali alla frontiera messicana. Non possiamo dirlo, almeno per quattro motivi.

Il primo è che spesso Trump si è contraddetto, per esempio quando ha dichiarato che l’Alleanza atlantica è obsoleta per poi sostenere di esserci molto affezionato. Il secondo motivo per cui bisognerà aspettare e vedere è che gli uomini nominati da Trump per occupare ministeri decisivi come il dipartimento della difesa o il dipartimento di stato lo hanno già smentito su punti essenziali come i rapporti con la Russia, il trasferimento dell’ambasciata statunitense in Israele da Tel Aviv a Gerusalemme o l’armamento nucleare del Giappone (a cui Trump non sarebbe ostile).

Il terzo motivo per cui non possiamo più giudicare il nuovo presidente in base ai tweet ma dobbiamo concentrarci sulle decisioni che prenderà a partire da domani è che, a prescindere dalla maggioranza repubblicana, il congresso non gli permetterà di fare tutto e il contrario di tutto, soprattutto per quanto riguarda l’Alleanza atlantica a cui le due camere e i due partiti principali sono profondamente legati.

La quarta ragione per cui non sappiamo cosa farà Trump è che esistono rapporti di forza nel mondo e la Cina, trasformata dal nuovo presidente nel suo principale avversario, non è esattamente il Principato di Monaco ma la banca degli Stati Uniti e una potenza militare che è meglio non stuzzicare, quantomeno non in Asia.

Trump ha tutto l’interesse a ridurre la pressione fiscale e le norme di salvaguardia sociale e ambientale

Questo significa che il presidente Trump potrebbe non avere nulla in comune con il candidato Trump? Non lo sappiamo, ma abbiamo due certezze. La prima è che Trump sarà un presidente imprevedibile, non solo perché è volubile e ignorante su molti aspetti ma anche perché l’effetto sorpresa è un’arma estremamente efficace di cui sa bene come servirsi. Il presidente Trump alimenterà molti timori e dunque l’instabilità sulla scena internazionale.

La seconda certezza è che c’è un punto del programma che Trump farà di tutto per realizzare: la riduzione delle imposte sulle imprese (fino al 15 per cento) e la soppressione del maggior numero possibile di regole ambientali, bancarie e sociali.

Trump lo farà perché è convinto che le tasse e le regole compromettano la prosperità economica, perché in questo modo farebbe l’interesse delle sue aziende e perché il congresso si schiererà compatto dalla sua parte dato che su questo punto i repubblicani la pensano come lui.

Sulla Russia e la Cina non possiamo fare previsioni credibili, ma il campo libero alle imprese e la riduzione della presenza dello stato saranno sicuramente due princìpi che il presidente Trump condividerà con il candidato Trump.

(Traduzione di Andrea Sparacino)

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