05 dicembre 2016 19:00

Ernesto Belisario, Guido Romeo, Silenzi di stato
Chiarelettere, 192 pagine,14 euro

La Svezia da 250 anni dispone di una legge che garantisce ai suoi cittadini l’accesso a tutti gli atti della pubblica amministrazione (a parte quelli classificati come segreti). E l’Italia? È all’anno zero, nel senso più stretto del termine. Soltanto quest’anno è stato varato il freedom of information act italiano e tra poche settimane entrerà in vigore. Quanto sia necessaria questa legge lo documentano Ernesto Belisario e Guido Romeo nel loro libro Silenzi di stato.

Il loro è un viaggio in un mondo kafkiano: quello delle burocrazie italiane che, nonostante le promesse di “trasparenza” degli atti pubblici contenute in tante leggi, fanno di tutto per mantenere l’opacità. E gli autori non parlano tanto (se non all’inizio) dei famosi scontrini dei sindaci per cene e trasferte ma di cose ben più serie. Di cose come il debito pubblico ingente. Non solo ai semplici cittadini, ma anche ai deputati è preclusa ogni informazione più precisa riguardo ai contratti sui derivati, contratti forieri di pagamenti miliardari alle banche. Il libro è documentatissimo e preciso nell’esposizione di tanti casi bizzarri che raccontano una burocrazia ancora borbonica, brava soprattutto a erigere i suoi muri di gomma.

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