10 marzo 2016 19:04

Siete disposti a pagare 50 dollari per vedere un film a casa vostra lo stesso giorno in cui esce in sala? Se lo chiede Variety, parlando di Screening room, il nuovo progetto di Sean Parker (il creatore di Napster e, per un po’, braccio destro di Zuckerberg a Facebook, quello a cui Justin Timberlake ha prestato il volto in The social network). L’idea è quella di stringere un accordo con alcuni grandi studi di Hollywood (Universal, Fox e Sony i più interessati) per cui, pagando non solo 50 dollari per un film, ma anche una quota di iscrizione (diciamo 150 dollari) si può usufruire dei film di prima visione direttamente a casa, per 48 ore. Naturalmente il padrone di casa dovrà dotare il salotto dei più moderni dispositivi antipirateria. Quanto alla domanda che si è posta Variety, non sono ancora riuscito a trovare qualcuno che mi abbia risposto sì.

Il progetto, al di là dell’affidabilità che può ispirare Sean Parker, solleva una volta ancora la questione della pirateria. Quante volte abbiamo pensato che se ci fosse stato qualcuno che ti dava la possibilità di farlo saremmo stati disposti a pagare per vedere un film, dove e come volevamo, in contemporanea con l’uscita. Ma forse Screening room risolve solo in parte il problema. La verità, mi pare, è che sono sempre meno i film che generano una legittima aspettativa e per cui saremmo disposti a fare davvero di tutto. Anche a passare dalla parte dei corsari.

Prendiamo questa settimana. Per quale dei film in uscita sareste disposti a pagare 50 dollari eccetera eccetera?

Ave, Cesare!

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Probabilmente per il film dei Coen, Ave, Cesare! che finalmente arriva anche in Italia. Negli Stati Uniti è uscito a inizio febbraio, poi è passato da Berlino (11 febbraio). Nella maggior parte dei paesi europei è uscito tra il 17 e il 19 febbraio. George Clooney interpreta Baird Whitlock, un gigione di Hollywood che mentre sta girando un kolossal in costume sull’antica Roma viene misteriosamente rapito. A risolvere il problema la Capitol Pictures chiama il fixer Eddie Mannix (Josh Brolin). A interpretare i personaggi ripescati dagli anni d’oro dello studio system ci sono Scarlett Johansson, Ralph Fiennes, Tilda Swinton, Channing Tatum e tanti altri. Non so se 50 dollari, ma tutto questo probabilmente vale il prezzo del biglietto, al cinema, anche se in ritardo rispetto a Spagna ed Estonia. Per una critica degna di questo nome vi rimando a quello che ha scritto Lee Marshall da Berlino.

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Ma parlando di ritardi ecco che arriva nelle sale italiane Weekend di Andrew Haigh (che per la verità si era affacciato nelle sale dell’Auditorium di Roma, nel 2011, per quello che all’epoca si chiamava Festival internazionale del film). Haigh è l’autore di 45 anni, film per cui Charlotte Rampling si è guadagnata la nomination all’Oscar. Weekend è una commedia romantica che racconta la storia d’amore tra due ragazzi inglesi, Russell e Glen. Il ritardo dell’uscita sembra dovuto al fatto che si tratta di una coppia gay, cosa che ha attirato un parere negativo della censura cattolica, nonostante un bel numero di premi raccolti per i festival di mezzo mondo. Uscita in sala complicata: solo dieci sale, nessuna delle quali a sud di Roma. Qualcuno (peggio per lui) potrà inorridire ma, il film è universale e parla a tutti. A tutte le persone di buon senso, almeno.

Divergent.

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Poi esce un film per cui possiamo azzardare un altro quesito. Chi è disposto a pagare 7 euro per andare a vedere il terzo capitolo della serie The divergent? Titolo completo: The divergent series: Allegiant. Futuro distopico, adolescenti statunitensi (di Chicago) che decidono di ribellarsi, tatuaggi e spolverate sport estremi e spettacolari. Come resistere a tutto ciò? Jordan Mintzer ci viene incontro: “Cambia l’ambientazione e ogni personaggio si fa un tatuaggio nuovo, ma non c’è nulla di particolarmente divergent in Allegiant”. Insomma chi ha visto i primi due può decidere se continuare a farsi del male. Gli altri sono esentati.

Forever young.

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Ma la vera tentazione è Forever young. La nuova commedia di Fausto Brizzi segna una decisa evoluzione nella filmografia dell’autore di Notte prima degli esami: da Venditti si passa agli Alphaville (anche se nel trailer ci sono i Supergrass, quando erano giovani) e pazienza se gli anni passano per tutti. In uscita anche Un nuovo giorno di Stefano Calvagna, dramma transgender italiano che esce in ancora meno sale di Weekend.

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