I volontari hanno portato delle pale per aiutare a scavare tra le macerie dei villaggi distrutti. (Mohsen Karimi, Afp)

Il 9 ottobre i volontari hanno aiutato a scavare tra le macerie per trovare i sopravvissuti a una serie di scosse di terremoto che hanno ucciso più di duemila persone, mentre stanno arrivando i primi aiuti nella regione colpita.

Camion carichi di cose da mangiare, tende e coperte sono arrivati nelle aree più difficili da raggiungere a trenta chilometri a nordovest della città di Herat, capitale dell’omonima provincia, colpita il 7 ottobre da un terremoto di magnitudo 6,3 e da otto potenti scosse di assestamento, mentre si affievolisce la speranza che qualcuno sia ancora vivo.

“Molte persone sono venute da distretti lontani per tirare fuori le persone dalle macerie”, ha raccontato Khalid, 32 anni, a Kashkak, nel distretto di Zenda Jan. “Tutti sono impegnati a cercare corpi ovunque, non sappiamo se ce ne siano anche altri sotto le macerie”.

I funzionari locali e nazionali hanno fornito numeri contrastanti sui morti e sui feriti, ma il governo ha dichiarato che sono morte 2.053 persone. L’Organizzazione mondiale della sanità ha dichiarato che sono state colpite più di 11mila persone appartenenti a 1.655 famiglie.

Con l’arrivo dell’inverno, dare loro un riparo sarà una sfida per il governo guidato dai taliban dell’Afghanistan, che ha preso il potere nell’agosto del 2021 e ha rapporti conflittuali con le organizzazioni umanitarie internazionali.

Crisi su crisi

I taliban hanno vietato alle donne di lavorare per le Nazioni Unite e per le organizzazioni non governative del paese, rendendo difficile la valutazione dei bisogni delle famiglie nelle zone più conservatrici del paese. Save the children ha definito il terremoto “una crisi nella crisi”.

“L’entità dei danni è orribile. Il numero di persone colpite da questa tragedia è davvero inquietante”, ha dichiarato il direttore del gruppo Arshad Malik. Nel villaggio di Sarboland, un reporter dell’Afp ha visto case sventrate, con effetti personali che svolazzavano al vento mentre donne e bambini dormono all’aperto.

Gli abitanti dei villaggi afgani e i volontari hanno aiutato a scavare per trovare i sopravvissuti di una serie di terremoti che hanno ucciso più di duemila persone. (Mohsen Karimi, Afp)

La maggior parte delle case rurali in Afghanistan è fatta di fango e legno. Le famiglie allargate vivono generalmente sotto lo stesso tetto, il che significa che disastri come il terremoto possono devastare le comunità locali.

L’Afghanistan sta già soffrendo una grave crisi umanitaria, con il ritiro generalizzato degli aiuti stranieri dopo il ritorno al potere dei taliban.

La provincia di Herat, che ospita circa 1,9 milioni di persone al confine con l’Iran, è stata colpita da una siccità che dura da anni e che ha messo in ginocchio molte comunità di contadini.

L’Afghanistan è spesso colpito da terremoti, soprattutto nella catena montuosa dell’Hindu Kush, che si trova sulla faglia che separa le placche tettoniche eurasiatica e indiana.

Più di mille persone sono state uccise e decine di migliaia sono rimaste senza casa lo scorso giugno dopo che un terremoto di magnitudo 5,9 ha colpito la provincia di Paktika.