L’ex cancelliere austriaco Sebastian Kurz. (Georg Hochmuth, Apa)

È il processo dell’anno in Austria: a partire dal 18 ottobre l’ex cancelliere conservatore Sebastian Kurz sarà in tribunale a Vienna per difendersi dall’accusa di falsa testimonianza.

Nel 2017 Kurz era diventato a 31 anni il più giovane leader eletto del mondo, ma nel 2021, travolto dagli scandali, ha annunciato il suo ritiro dalla politica.

È la prima volta da più di trent’anni che un ex capo del governo è sottoposto a processo in Austria.

Il processo riguarda solo una parte delle accuse contro Kurz. Per le accuse più gravi di corruzione l’inchiesta è ancora in corso.

In base a un comunicato della procura, Kurz, che oggi ha 37 anni, è accusato insieme ad altre due persone di aver mentito in parlamento. Il reato prevede una pena fino a tre anni di prigione.

La sentenza è prevista non prima di novembre.

Nel 2020 Kurz aveva negato sotto giuramento di essere coinvolto nella nomina di un amico, Thomas Schmid, a capo di una holding pubblica del valore di miliardi di euro.

Un anno dopo, però, gli inquirenti erano venuti a conoscenza dei messaggi che Kurz si era scambiato con Schmid. Uno scambio che secondo la procura lascia poco spazio ai dubbi.

In un messaggio accompagnato da emoji affettuose, Kurz ha scritto: “Hai tutto quello che volevi”. Schmid ha risposto: “Sono così felice, adoro il mio cancelliere”.

Strache chiamato a deporre

In Austria interferire nelle nomine per una holding pubblica non è di per sé reato, ma lo è mentire sotto giuramento davanti a una commissione parlamentare. Kurz avrebbe mentito perché in campagna elettorale aveva promesso di astenersi da certe pratiche.

Kurz afferma di essere innocente, ma la sua posizione è complicata dal voltafaccia di Schmid, che sperando di ottenere una riduzione di pena sta collaborando con gli inquirenti.

Almeno diciotto testimoni, tra cui alcuni politici, saranno chiamati a deporre.

Tra questi c’è l’ex vicecancelliere di estrema destra Heinz-Christian Strache, l’uomo al centro dello scandalo Ibizagate, all’origine delle vicende giudiziarie che scuotono l’Austria.

Nel 2019 un video registrato con una telecamera nascosta durante una vacanza di Strache sull’isola spagnola di Ibiza aveva svelato le pratiche potenzialmente fraudolente della classe politica.

Strache era stato costretto a dimettersi in seguito all’episodio.

Oltre a questo processo, Kurz è sotto inchiesta per appropriazione indebita di fondi pubblici per commissionare sondaggi truccati.

Inoltre, tra il 2016 e il 2018, avrebbe usato fondi pubblici per finanziare annunci pubblicitari nei tabloid e assicurarsi una copertura favorevole.

Gli scandali stanno alimentando il voto di protesta a vantaggio dell’estrema destra, che è di nuovo in testa nei sondaggi a un anno dalle elezioni legislative, previste nell’autunno del 2024.

Kurz, che ha lasciato la politica, ha moltiplicato lucrose collaborazioni internazionali nel settore privato, soprattutto in ambienti vicini all’ex presidente statunitense Donald Trump.

Ha anche lanciato in Israele un’azienda di cibersicurezza con l’ex capo del gruppo Nso, che ha sviluppato il controverso spyware Pegasus.