Rio de Janeiro, Brasile, 17 novembre 2023. (Tercio Teixeira, Afp)

Un numero “sbalorditivo” di lavoratori è esposto ai rischi sanitari legati alla crisi climatica e non è sufficientemente protetto dalle normative esistenti, hanno avvertito il 22 aprile le Nazioni Unite.

La crisi climatica causata dalle attività umane sta avendo gravi conseguenze sulla salute dei lavoratori in tutto il mondo, ha avvertito l’Organizzazione internazionale del lavoro (Ilo) in un rapporto intitolato “Garantire la sicurezza e la salute sul lavoro nell’era del cambiamento climatico”.

“Un numero sbalorditivo di lavoratori è esposto ai rischi associati alla crisi climatica, e la situazione si aggraverà in futuro”, ha sottolineato l’Ilo.

Le ondate di caldo sono la minaccia più evidente. Secondo l’Ilo, quasi il 71 per cento della forza lavoro globale, cioè 2,4 miliardi di persone, rischia di essere esposto a temperature eccessive (la stima è basata su dati del 2020). Vent’anni prima la percentuale era del 65,5 per cento.

Oltre alle ondate di caldo, i lavoratori agricoli, stradali, del settore edile e altri che svolgono lavori faticosi all’aperto sono esposti a una serie di rischi, tra cui raggi ultravioletti, inquinamento atmosferico, pesticidi e malattie trasmesse da insetti (tra cui malaria e dengue).

Anche le persone che lavorano al chiuso in ambienti troppo caldi o poco ventilati sono a rischio.

“I lavoratori sono tra le categorie più esposte ai rischi climatici, anche perché spesso non hanno altra scelta che continuare a lavorare”, si legge nel rapporto.

“È un problema enorme”, afferma Manal Azzi, responsabile del team dell’Ilo per la sicurezza e la salute sul lavoro.

Secondo l’Ilo, il caldo eccessivo causa quasi 23 milioni di incidenti sul lavoro ogni anno, con circa diciannovemila vittime.

Tumori della pelle

Il rapporto rileva che “molti problemi di salute dei lavoratori sono associati alla crisi climatica, tra cui casi di cancro, malattie cardiovascolari, malattie respiratorie, disfunzioni renali e disturbi mentali”.

Secondo le stime dell’Ilo, per esempio, 1,6 miliardi di lavoratori sono esposti ai raggi ultravioletti (radiazioni elettromagnetiche emesse dal Sole), con almeno 18.960 decessi all’anno per tumori della pelle non-melanoma.

Lo stesso numero di persone è esposto all’inquinamento sul posto di lavoro, che causa fino a 860mila decessi all’anno.

Inoltre, più di 300mila lavoratori agricoli muoiono ogni anno a causa dei pesticidi.

“Lavorare in un ambiente sano e sicuro è un diritto fondamentale riconosciuto dall’Ilo”, spiega Azzi. “Bisogna garantire questo diritto anche nell’ambito della crisi climatica, rafforzando le normative esistenti”.