Andrei Pungovschi, Afp

Con la testa sulle zampe, un orso se ne sta comodo in mezzo alla strada, in attesa di offerte dei turisti. In Romania i plantigradi escono sempre più spesso dalle foreste, suscitando timori e polemiche.

In risposta all’aumento degli attacchi di orsi, le quote di caccia sono state portate a 220 quest’anno, rispetto alle 140 precedenti. Ma molti vorrebbero abbattere un numero maggiore di plantigradi, anche se sono protetti da una direttiva europea.

Lungo il tragitto per il lago vulcanico Sant’Anna, in Transilvania, i visitatori entusiasti immortalano la scena senza rendersi conto che stanno aggravando il problema.

“È incredibile”, afferma Mike, un israeliano di 72 anni, riferendosi a un orso maschio che ha appena mangiato un panino lanciato da un automobilista.

In un paese che ospita la più grande popolazione di orsi d’Europa (esclusa la Russia) – circa ottomila esemplari, secondo una stima del ministero dell’ambiente – non è raro imbattersi in un orso lungo la strada.

Ma gli abitanti della zona sono molto meno entusiasti dei visitatori.

Non sono infatti i lupi a preoccupare i pastori locali, ma gli orsi. Tibor Fekete dice che i plantigradi sono sempre di più e di essere preoccupato per le sue settanta mucche al pascolo vicino al villaggio di Lăzărești. Tre delle sue mucche sono già state uccise dagli orsi nel 2023.

“Gli orsi fanno danni e mettono in pericolo le nostre vite”, prosegue Fekete.

A suo avviso dovrebbero essere tutti uccisi, un’opinione condivisa da molti abitanti della zona.

Nella cittadina di Miercurea Ciuc, a trenta chilometri di distanza, a settembre un orso è entrato nel cortile di una scuola. Il sindaco ha immediatamente inviato una squadra sul posto, che non ha esitato a ucciderlo.

“Visione romanzata”

“L’Europa considera la Romania una riserva per gli orsi”, afferma l’ex ministro dell’ambiente Attila Korodi. “Hanno una visione romanzata della situazione, ma la vita quotidiana con gli orsi non è affatto romantica”.

Tra il 2016 e il 2021 quattordici persone sono morte e 158 sono rimaste ferite negli attacchi di orsi, in base agli ultimi dati disponibili.

Anche se la caccia commerciale è vietata in Romania dal 2016 e l’abbattimento è riservato alle forze dell’ordine, alcuni deputati hanno presentato un progetto di legge che prevede l’abbattimento di quasi cinquecento orsi. Il responsabile dell’iniziativa, l’ex ministro dell’ambiente Barna Tánczos, afferma che se non si fa qualcosa “gli orsi invaderanno le strade della capitale Bucarest e faranno il bagno nel Danubio”.

Queste iniziative sono considerate inaccettabili dalle associazioni per la difesa dell’ambiente.

Nella località turistica di Băile Tușnad il Wwf ha collaborato con alcune ong per trovare soluzioni alternative.

Cestini della spazzatura inaccessibili agli orsi, installazione di recinzioni elettriche, app che forniscono consigli: la strategia sembra funzionare perché dalle cinquanta richieste di risarcimento del 2021 si è passati a zero.

“Gli orsi non scompariranno da un giorno all’altro, ma se non si sentono benvenuti lasceranno le città”, spiega il biologo István Imecs, coinvolto nell’iniziativa.

Imecs critica il comportamento di molti visitatori, che danno da mangiare agli animali ignorando i divieti e così facendo finiscono per allontanarli dai loro habitat.