L’ex dittatore Moussa Dadis Camara al suo ritorno nel paese dopo aver trascorso più di dieci anni all’estero, Conakry, 22 dicembre 2021. (Diallo Abdoul Aziz, Ap/Lapresse)

Almeno nove persone sono rimaste uccise il 4 novembre nell’assalto a una prigione di Conakry, la capitale della Guinea, che ha permesso all’ex dittatore Moussa Dadis Camara e ad altri tre detenuti di evadere. L’ha affermato il 6 novembre la procura generale. Camara è stato ricatturato poche ore dopo.

Le vittime sono tre assalitori, quattro membri delle forze di sicurezza e due civili che si trovavano su un’ambulanza, secondo un bilancio provvisorio fornito dal procuratore generale Yamoussa Conté.

Secondo alcuni mezzi d’informazione, i civili sono stati colpiti nel corso di un’intensa sparatoria.

Nelle prime ore del 4 novembre un commando armato ha attaccato una prigione in un quartiere centrale di Conakry, liberando Camara e altri tre detenuti. Tutti e quattro sono attualmente sotto processo per un massacro del 2009, quando Camara era al potere.

Tre di loro, tra cui Camara, sono stati ricatturati lo stesso giorno. Non è ancora chiaro se siano fuggiti o se siano stati prelevati contro la loro volontà, come sostengono i loro avvocati. Un quarto uomo, Claude Pivi, è ancora in fuga.

Il procuratore generale Conté ha affermato di aver avviato un procedimento contro Camara e gli altri tre detenuti per l’assassinio di membri delle forze di sicurezza e omicidio colposo.

La giunta militare guidata da Mamady Doumbouya, al potere dal settembre 2021, ha invece annunciato il 5 novembre di aver licenziato decine di soldati e agenti penitenziari.

La strage del 2009

Camara e altre dieci persone, tra ex ufficiali dell’esercito e funzionari governativi, sono sotto processo dal settembre 2022 per una serie di omicidi, torture, stupri e rapimenti compiuti dalle forze di sicurezza guineane il 28 settembre 2009 e nei giorni seguenti in uno stadio alla periferia di Conakry, dov’erano stati riuniti migliaia di sostenitori dell’opposizione.

Almeno 156 persone furono uccise e centinaia ferite, e almeno 109 donne furono violentate, secondo il rapporto di una commissione d’inchiesta incaricata dalle Nazioni Unite.