Simon Maina, Afp

Almeno 111 persone, tra cui sedici bambini, sono morte nelle alluvioni causate dalle forti piogge che hanno colpito il Corno d’Africa nell’ultimo mese, ha annunciato il 16 novembre l’ong Save the children. Circa settecentomila persone sono state costrette a lasciare le loro case.

La stagione delle piogge potrebbe essere stata resa più intensa dal fenomeno climatico del Niño, che causa un forte riscaldamento delle acque dell’oceano Pacifico e produce conseguenze in tutto il mondo.

Le alluvioni hanno colpito soprattutto Kenya, Somalia ed Etiopia.

“Le piogge torrenziali nel nord del Kenya e nella capitale Nairobi hanno causato alluvioni devastanti, con 36mila sfollati e 46 vittime in meno di un mese”, ha dichiarato Save the children in un comunicato, aggiungendo che altre 32 persone sono morte in Somalia e 33 in Etiopia.

L’ong ha invitato la comunità internazionale ad attivarsi per soccorrere gli sfollati.

La più grave siccità degli ultimi quarant’anni

Il Corno d’Africa è una delle regioni del mondo più vulnerabili alla crisi climatica, con un aumento dell’intensità e della frequenza degli eventi meteorologici estremi.

A partire dal 2020 la Somalia e alcune aree dell’Etiopia e del Kenya sono state colpite dalla più grave siccità degli ultimi quarant’anni.

Secondo alcune previsioni, il fenomeno del Niño – associato a episodi di siccità in alcune regioni del mondo e ad alluvioni in altre, oltre a un aumento generalizzato delle temperature – dovrebbe raggiungere il picco alla fine di dicembre per poi affievolirsi entro la primavera del 2024.

Il fenomeno aveva già causato alluvioni devastanti in Africa orientale.

Tra l’ottobre 1997 e il gennaio 1998 più di seimila persone avevano perso la vita in cinque paesi nelle alluvioni causate dal Niño.

Alla fine del 2019 almeno 265 persone erano morte e decine di migliaia erano state costrette a lasciare le loro abitazioni a causa di due mesi di piogge torrenziali in vari paesi della regione (Burundi, Etiopia, Gibuti, Kenya, Somalia, Sud Sudan, Tanzania e Uganda).