I negoziatori dell’Unione europea hanno posto dei limiti all’uso dell’intelligenza artificiale in Europa, ma cercano di incoraggiare l’innovazione. (Fabrice Coffrini, Afp)

Venerdì l’Unione europea ha raggiunto un accordo su una legge che regolamenta l’intelligenza artificiale (ia), dopo tre giorni di intensi negoziati tra gli stati membri e il parlamento europeo.

La legge dovrebbe incoraggiare l’innovazione in Europa, limitando al contempo i possibili abusi di queste tecnologie.

L’ultimo round di negoziati, cominciato mercoledì pomeriggio, è durato quasi 35 ore.

I paesi temevano che un’eccessiva regolamentazione avrebbe bloccato sul nascere le aziende tecnologiche europee, come Aleph Alpha in Germania e Mistal Ai in Francia, rendendo proibitivi i costi di sviluppo.

L’accordo politico raggiunto venerdì sera dovrà essere integrato da un lavoro tecnico per finalizzare il testo. Per quanto riguarda l’ia generativa, la legge prevede un approccio a due velocità. Verranno imposte regole a tutti per garantire la qualità dei dati utilizzati nello sviluppo degli algoritmi e per verificare che non violino la legislazione sul copyright.

Gli sviluppatori dovranno inoltre garantire che i suoni, le immagini e i testi prodotti siano chiaramente identificati come artificiali. I vincoli più stringenti si applicheranno solo ai sistemi più potenti.

Il testo si basa sui princìpi delle attuali normative europee sulla sicurezza dei prodotti, che impongono controlli soprattutto a carico delle aziende.

Il nucleo della bozza consiste in un elenco di regole imposte solo ai sistemi considerati “ad alto rischio”, essenzialmente quelli utilizzati in aree sensibili come le infrastrutture critiche, l’istruzione, le risorse umane, le forze dell’ordine.

Questi sistemi saranno soggetti a una serie di obblighi, come un controllo umano, la redazione di una documentazione tecnica e la creazione di un sistema di gestione del rischio.

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La legislazione prevede una supervisione speciale per i sistemi di ia che interagiscono con gli esseri umani. Questi sistemi saranno tenuti a informare gli utenti che stanno interagendo con una macchina.

I divieti, che saranno rari, riguarderanno applicazioni contrarie ai valori europei, come i sistemi di valutazione dei cittadini o di sorveglianza di massa utilizzati in Cina, o l’identificazione biometrica a distanza delle persone nei luoghi pubblici.

Su quest’ultimo punto, tuttavia, gli stati membri hanno ottenuto delle esenzioni per alcuni casi come la lotta al terrorismo.

A differenza dei codici di condotta volontari di alcuni paesi, la legislazione europea sarà dotata di strumenti per il monitoraggio e l’imposizione di sanzioni, con la creazione di un ufficio europeo per l’ia all’interno della Commissione europea. L’ufficio potrà imporre multe fino al 7 per cento del fatturato, con un minimo di 35 milioni di euro, per le infrazioni più gravi.