Adolfo Macías, leader del cartello della droga Los Choneros. (Ecuadorean Armed Forces)

Il presidente Daniel Noboa ha proclamato l’8 gennaio lo stato d’emergenza in seguito all’evasione di Adolfo Macías, noto come “Fito”, leader del principale gruppo criminale del paese, e a una serie di rivolte nelle carceri.

“Ho appena firmato il decreto sullo stato d’emergenza che garantisce alle forze di sicurezza tutto il sostegno politico e legale di cui hanno bisogno”, ha dichiarato Noboa.

Nei prossimi sessanta giorni l’esercito potrà quindi adottare le misure necessarie per riportare l’ordine nelle strade e nelle prigioni del paese. È stato anche proclamato un coprifuoco notturno tra le 23 e le 5.

“Le forze di sicurezza sono impegnate nelle ricerche di quest’individuo estremamente pericoloso”, ha dichiarato il ministro per le comunicazioni Roberto Izurieta. Macías sarebbe fuggito il 7 gennaio dalla prigione di Guayaquil, nel sudovest del paese.

La procura ha annunciato l’8 gennaio di aver avviato un’indagine su due agenti penitenziari “coinvolti nell’evasione di Macías”, che dal 2011 stava scontando una condanna a trentaquattro anni di prigione per traffico di droga e omicidio.

Macías, 44 anni, è il leader del cartello della droga Los Choneros, che secondo le stime può contare su circa ottomila effettivi.

Era già evaso da una prigione di massima sicurezza nel 2013 ed era stato catturato tre mesi dopo.

“Non negozieremo con i terroristi e non ci fermeremo finché non avremo riportato la calma nel paese”, ha affermato il presidente Noboa.

Dopo la proclamazione dello stato d’emergenza quattro poliziotti sono stati rapiti: uno nella capitale Quito e tre a Machala, nel sudovest del paese. L’annuncio è stato dato dalla polizia sul social network X nella notte tra l’8 e il 9 gennaio.

Violenze sono state segnalate anche nella provincia di Esmeraldas, nel nordovest del paese.

Poliziotti e soldati hanno fatto irruzione in varie prigioni dell’Ecuador, in alcune delle quali le guardie carcerarie erano state prese in ostaggio.

Nell’agosto scorso uno dei principali candidati alle elezioni presidenziali, Fernando Villavicencio, era stato assassinato a Quito dopo essere stato minacciato dal leader dei Choneros.

Negli ultimi anni l’Ecuador è diventato un importante centro logistico per le spedizioni di cocaina verso gli Stati Uniti e l’Europa. Tra il 2018 e il 2023 gli omicidi sono aumentati di quasi l’800 per cento, passando da sei a quarantasei ogni centomila abitanti.

Nelle prigioni sono frequenti gli scontri tra bande rivali. Dal febbraio 2021 quasi cinquecento detenuti sono rimasti uccisi nelle violenze.

Noboa è stato eletto nell’ottobre 2023 dopo aver promesso in campagna elettorale di riportare la sicurezza nel paese e riprendere il controllo delle carceri.