Luis Robayo, Afp

L’inflazione in Argentina ha raggiunto il 211,4 per cento nel 2023, ha annunciato il 10 gennaio l’istituto di statistica nazionale. Il dato di dicembre, il primo da quando si è insediato il presidente ultraliberista Javier Milei, è invece del 25,5 per cento.

Un’inflazione elevata, intorno al 30 per cento, era attesa per dicembre per il duplice effetto della fine dei controlli sui prezzi, introdotto dai precedenti governi, e della svalutazione di più del 50 per cento del peso, la valuta nazionale, annunciata il 12 dicembre, due giorni dopo l’entrata in carica di Milei.

Milei aveva messo le mani avanti prima delle pubblicazione dei dati, affermando che un’inflazione del 30 per cento a dicembre, anche se “spaventosa”, sarebbe stata un “successo fenomenale”, perché secondo lui il paese si stava dirigendo “verso il 45 per cento”.

Milei ha aggiunto che i tagli alla spesa pubblica e le altre misure economiche introdotte da quando è al governo hanno “livelli di consenso senza precedenti”.

Nel suo discorso d’insediamento del 10 dicembre, Milei aveva avvertito che “nel breve periodo le cose peggioreranno”, ma che le misure di austerità avrebbero permesso di riportare sotto controllo l’inflazione e il debito pubblico.

Secondo Milei, per vedere i risultati ci vorranno “dai dodici ai ventiquattro mesi”.

Nell’ultimo mese il governo ha introdotto drastiche misure economiche e lanciato una grande campagna di liberalizzazioni e deregolamentazioni. Alcune di queste misure – tra cui la svalutazione del peso, i tagli ai sussidi per i trasporti e l’abrogazione della legge sugli affitti – stanno già avendo un impatto sui portafogli degli argentini.

Il Decreto di necessità e urgenza (Dnu) emanato il 20 dicembre, che prevede una campagna di liberalizzazioni e deregolamentazioni dell’economia argentina, e la modifica o l’abrogazione di più di trecento norme, è già entrato in vigore in attesa di essere approvato dal parlamento, dove però il partito di Milei è in minoranza.

Tuttavia il 3 gennaio la giustizia argentina ha sospeso la riforma del mercato del lavoro promossa da Milei, che ha subìto così la sua prima battuta d’arresto, chiedendo che le norme siano prima esaminate in modo approfondito dal parlamento.

La formazione di Milei, La libertad avanza (Lla), è solo la terza forza alla camera dei deputati, con 38 seggi su 257.

Il Fondo monetario internazionale (Fmi), che il 10 gennaio ha chiesto al suo consiglio esecutivo di approvare un finanziamento da 4,7 miliardi di dollari all’Argentina nell’ambito di un programma di ristrutturazione del debito, spera che Milei riceva il “sostegno politico necessario a portare avanti le misure di stabilizzazione dell’economia”.