L’ex presidente brasiliano Jair Bolsonaro. (Sergio Lima, Afp)

L’ex presidente brasiliano Jair Bolsonaro è stato coinvolto l’8 febbraio in un’operazione della polizia legata a un’inchiesta per “tentativo di colpo di stato”, culminato nella rivolta di Brasília dell’8 gennaio 2023, e deve consegnare il suo passaporto.

“Bolsonaro consegnerà il passaporto alle autorità”, ha confermato sul social network X Fabio Wajngarten, avvocato e stretto collaboratore dell’ex presidente di estrema destra, che ha concluso il mandato il 1 gennaio 2023.

La polizia federale ha affermato in un comunicato di aver condotto una vasta operazione, con trentatré perquisizioni e quattro mandati d’arresto, nell’ambito di un’inchiesta su “un’organizzazione criminale che ha condotto un tentativo di colpo di stato per permettere a Bolsonaro di restare al potere”.

Bolsonaro era stato sconfitto da Luiz Inácio Lula da Silva nelle elezioni presidenziali dell’ottobre 2022.

Una settimana dopo l’insediamento di Lula, l’8 gennaio 2023, migliaia di sostenitori di Bolsonaro avevano messo a soqquadro gli edifici governativi della capitale Brasília, in una rivolta che è stata paragonata all’assalto al congresso del 6 gennaio 2021 negli Stati Uniti.

Quattro generali, tra cui l’ex ministro della difesa Walter Braga Netto, sono accusati di essere coinvolti nel tentativo di colpo di stato. Avrebbero contribuito a diffondere “false informazioni di brogli prima e dopo le elezioni presidenziali del 2022 per legittimare un intervento militare”.

Dichiarato ineleggibile per otto anni per aver diffuso false informazioni sul sistema di voto elettronico, Bolsonaro è stato coinvolto in varie inchieste da quando non è più presidente, anche con accuse di corruzione.

“Ho lasciato il potere da più di un anno e continuano a perseguitarmi”, ha dichiarato l’8 febbraio Bolsonaro a un giornalista del quotidiano Folha de S.Paulo.

“Dimenticatevi di me, non sono io a guidare il paese”, ha aggiunto.

La settimana scorsa uno dei suoi figli è finito sotto inchiesta per un caso di spionaggio illegale durante la presidenza del padre.