Manifestanti vicino al parlamento senegalese a Dakar, 5 febbraio 2024 (John Wessels, Afp)

Le forze di sicurezza hanno disperso una manifestazione a Dakar, il 9 febbraio, durante una giornata che ha messo a dura prova gli equilibri di potere tra il presidente Macky Sall, la società civile e l’opposizione.

Dei gruppi di manifestanti che cercavano di avvicinarsi alla spianata di place de la Nation sono allontanati dalla polizia in tenuta antisommossa che ha usato gas lacrimogeni. Diversi manifestanti hanno risposto lanciando pietre.

Tutti gli accessi alla piazza sono stati chiusi. “La situazione è terribile, siamo venuti a pregare e siamo allontanati con i lacrimogeni. È intollerabile. I senegalesi devono indignarsi e non solo sui social network”, ha detto all’Afp uno dei candidati alle elezioni presidenziali, Thierno Alassane Sall.

Questa è la prima grande manifestazione dalla decisione di rinviare le elezioni presidenziali previste per il 25 febbraio, che ha aperto una grave crisi politica in Senegal e ha fatto precipitare il paese nell’incertezza.

Alla moschea Masjidounnour di Dakar, per la tradizionale preghiera musulmana del venerdì, solo qualche fedele era vestito di bianco e dei colori nazionali, rispondendo all’appello di un collettivo di cittadini, gruppi religiosi e organizzazioni che si oppongono al rinvio delle elezioni.

Ma nel suo sermone, l’imam Ahmed Dame Ndiaye ha espresso il suo dissenso rispetto alla situazione politica. “Anche il presidente può sbagliare e in questo caso tocca a noi dirgli la verità”, ha detto, aggiungendo che “nessuno ha il diritto di distruggere la società”.

Per il muezzin Souleymane Ndiaye, il presidente Macky Sall “è una vergogna per tutti i senegalesi. Le promesse sono sacre”.

Al mattino, gli insegnanti hanno scioperato e hanno dato avvio alle proteste. Al liceo Blaise Diagne di Dakar, centinaia di studenti hanno lasciato le lezioni alle 10 del mattino, come Seynabou Ba, 18 anni, che afferma di “non avere più speranza” per la democrazia nel suo paese.

“Non è un problema solo nostro, è un problema generale”, dice Assane Sene, un insegnante di storia e geografia che fa parte del sindacato. “Questo è solo l’inizio di una lotta. Se il governo continua, saremo costretti a intraprendere altre azioni”, ha detto.

La giornata di proteste darà la misura della forza di chi si oppone alla decisione, senza precedenti, di rinviare di dieci mesi le elezioni presidenziali. L’opposizione lo definisce un “colpo di stato costituzionale” e sospetta che si tratti di un piano per evitare la sconfitta del candidato proposto dal presidente uscente o addirittura per mantenere il presidente Sall alla guida del paese ancora per molti anni.

Nel pomeriggio un gruppo formato da diversi candidati dell’opposizione ha presentato ricorso alla corte suprema. I tentativi di manifestare dopo l’annuncio del rinvio sono stati repressi e decine di persone sono state arrestate. Negli ultimi anni le autorità hanno spesso vietato le manifestazioni e ne hanno impedito lo svolgimento. Decine di persone sono state uccise e centinaia arrestate a partire dal 2021 durante le proteste e le manifestazioni.