L’ex presidente brasiliano Jair Bolsonaro. (Pablo Porciuncula, Afp)

La polizia brasiliana ha raccomandato il 19 marzo l’incriminazione dell’ex presidente di estrema destra Jair Bolsonaro, sostenendo di avere prove sufficienti per perseguirlo per falsificazione dei certificati di vaccinazione contro il covid-19, secondo un rapporto investigativo.

Il rapporto di 231 pagine, visionato dall’Afp, è stato consegnato all’ufficio del procuratore generale, che dovrà decidere se procedere con l’incriminazione.

Secondo la polizia federale, Bolsonaro e altre otto persone avevano chiesto di ottenere falsi certificati di vaccinazione per “aggirare le restrizioni sanitarie introdotte durante la pandemia”.

I fatti sarebbero avvenuti tra il novembre 2021 e il dicembre 2022, quando Bolsonaro era presidente.

Nel dicembre 2022, due giorni prima della fine del suo mandato e dell’insediamento dell’attuale presidente Luiz Inácio Lula da Silva, Bolsonaro avrebbe raggiunto gli Stati Uniti grazie a un certificato di vaccinazione falso.

Secondo la polizia, anche la figlia di Bolsonaro, il suo ex braccio destro Mauro Cid, alcuni consiglieri e un deputato avrebbero beneficiato della frode.

Sono tutti accusati di associazione a delinquere finalizzata all’introduzione di dati falsi nel sistema pubblico.

Fabio Wajngarten, l’avvocato di Bolsonaro, ha denunciato una “persecuzione politica”.

“In quanto presidente, Bolsonaro era esonerato dal presentare certificati di vaccinazione quando viaggiava”, ha dichiarato sul social network X.

A gennaio, in seguito a un’inchiesta parallela in cui erano emerse incongruenze tra i dati del ministero della salute e di altri enti pubblici, l’ufficio del controllore generale aveva stabilito che il certificato di vaccinazione di Bolsonaro era falso.

L’ufficio aveva però affermato che era impossibile individuare i funzionari pubblici coinvolti nella frode, in quanto molte persone avevano la possibilità d’inserire dati falsi nel sistema informatico di vaccinazione.

Durante il suo mandato Bolsonaro ha più volte contestato la campagna di vaccinazione contro il covid-19, affermando di non avere alcuna intenzione di vaccinarsi.

La pandemia ha causato la morte di più di 700mila persone in Brasile.