Una manifestazione a favore del diritto all’aborto davanti al parlamento polacco a Varsavia. (Wojtek Radwanski, Afp)

Il presidente di destra polacco Andrzej Duda ha messo il veto il 29 marzo a un progetto di legge che liberalizzava l’accesso alla pillola del giorno dopo, presentato dal nuovo governo filoeuropeo guidato da Donald Tusk.

Negli otto anni al potere del partito nazionalista e populista Diritto e giustizia (Pis) c’è stata una progressiva riduzione dei diritti riproduttivi delle donne.

In linea con le promesse elettorali, il nuovo governo, in carica da dicembre, ha presentato un progetto di legge per consentire il libero accesso alla pillola del giorno dopo a partire da 15 anni di età. Attualmente per procurarsi il farmaco è necessaria una prescrizione medica.

Duda, uno stretto alleato del Pis, ha però rinviato la legge in parlamento, chiedendo un nuovo esame.

Il presidente ha giustificato il veto con “il rispetto delle norme in tema di protezione della salute dei bambini”.

“Andrzej Duda non può accettare che persone minorenni abbiano accesso ai farmaci contraccettivi senza controllo medico e senza tenere conto del ruolo e della responsabilità dei genitori”, si legge in un comunicato della presidenza. “Tuttavia è disponibile a valutare una via libera per le donne in età adulta”.

“Il presidente se la prende ancora una volta con le donne polacche”, ha affermato sul social network X la viceministra dell’istruzione Katarzyna Lubnauer, aggiungendo che il governo “aggirerà quest’ostacolo”.

In previsione del veto presidenziale, il governo aveva fatto sapere che avrebbe autorizzato i farmacisti a prescrivere direttamente la pillola del giorno dopo.

“In base a un regolamento che abbiamo messo a punto, la pillola sarà presto disponibile con una prescrizione farmaceutica”, aveva dichiarato il 27 marzo la ministra della salute Izabela Leszczyna.

Secondo l’Organizzazione mondiale della sanità (Oms), la contraccezione d’emergenza dovrebbe essere “sistematicamente inclusa” in tutti i programmi nazionali di pianificazione familiare.

Il governo polacco punta anche a legalizzare l’aborto, che attualmente è permesso solo in caso di stupro, incesto e grave rischio per la salute della gestante.