09 marzo 2016 16:29

Una serie di attacchi palestinesi sono avvenuti l’8 e il 9 marzo, in concomitanza con la visita in Israele e in Cisgiordania del vicepresidente statunitense Joe Biden, arrivato per incontrare l’ex presidente israeliano Shimon Peres, il premier Benjamin Netanyahu e il presidente palestinese, Abu Mazen.

Oggi due palestinesi hanno aperto il fuoco a Gerusalemme, in un quartiere ultraortodosso e poi nei pressi della porta di Damasco. Un abitante di Gerusalemme est è stato ferito gravemente, mentre i due attentatori sono stati uccisi dalla polizia israeliana. Un altro palestinese è stato ucciso in Cisgiordania dopo aver tentato di accoltellare un soldato israeliano.

L’8 marzo un palestinese ha sparato a due poliziotti israeliani a Gerusalemme e ne ha ferito uno gravemente. In seguito l’uomo è stato ucciso. Un altro palestinese ha aggredito con un coltello un ebreo ortodosso in un negozio di Petah Tikva, una città vicino Tel Aviv. Anche lui è morto, colpito dalla sua stessa vittima che è riuscito a disarmarlo. Una donna palestinese di cinquant’anni è stata uccisa dopo aver tentato di accoltellare un poliziotto nella città vecchia di Gerusalemme. Sul lungomare di Tel Aviv un ragazzo di 21 anni, proveniente dalla cittadina palestinese di Qalqilya, ha ucciso un turista statunitense e ha ferito altre dodici persone, prima di essere ucciso dalle forze di sicurezza israeliane.

Il vicepresidente Joe Biden ha condannato gli attacchi avvenuti in questi giorni e ha criticato il silenzio delle autorità palestinesi. Dal 1 ottobre 2015, quando è cominciata la nuova ondata di violenze, sono morti 187 palestinesi e 28 israeliani.