03 dicembre 2019 16:45

By hoof, paw, wing or fin è una mostra in corso a New York che esplora il modo in cui una parte della fotografia, fin dalla sua invenzione (1839), è stata dedicata alla rappresentazione del mondo degli animali.

Il percorso espositivo raccoglie le immagini realizzate tra il 1842 al 2009 da vari autori tra cui Martin Munkacsi, Edward Steichen, Adam Fuss e molti altri. I pionieri del mezzo videro presto la possibilità di usare la fotografia per l’osservazione scientifica e provare a svelare i segreti della natura.

“La popolarità delle foto di animali aumentò con la diffusione degli zoo nelle grandi città d’Europa. I primi giardini zoologici offrivano alle persone l’opportunità di vedere da vicino per la prima volta animali rari e selvatici”, spiegano i curatori della mostra.

La fotografia che apre la mostra è quella che viene riconosciuta come la prima immagine scattata a un animale. Si tratta del dagherrotipo del fotografo francese Joseph-Philibert Girault de Prangey intitolato Forum, Boeufs, 1842, che mostra dei bufali vicino a dei carri agricoli in un mercato del bestiame a Roma.

Jumbo, 1882. (Edward Bierstadt)

Un’altra immagine esposta è quella di Jumbo, l’elefante ritratto da Edward Bierstadt nel 1882. “Jumbo è una leggenda. Nato in Sudan, è stato in vari zoo in Germania, Parigi, Londra e poi è stato acquistato da P.T. Barnum (il fondatore del circo Barnum) nel 1882 e portato negli Stati Uniti dove è diventato famoso”, raccontano i curatori.

Negli zoo sono state scattate le foto di Peter Nissen, soprattutto durante le esibizioni e gli allenamenti del circo di Carl Hagenbeck nel 1891. Hagenbeck era un allenatore e un imprenditore di Amburgo, che comprava e vendeva animali per vari zoo in Europa e negli Stati Uniti: le foto in mostra sono quelle che usava per i suoi clienti.
Le foto di Peter Nissen mostrano la sua abilità nel sovrapporre più negativi per creare delle composizioni a metà strada tra il reale e il surreale.

Still life with fish, 1907 circa. (Studio fratelli Lumières)

Tra la fine dell’ottocento e gli inizi del novecento aumentò la popolarità delle fotografie modellate sulle convenzioni della natura morta in pittura. Come quella di Hugh Welch Diamond, Still life with hare, del 1856, e Still life with parrot, fruit and goblet di Ferdinand Küss. Tra le più celebri c’ anche un’autocromia dello studio dei fratelli Lumières, Still life with fish, del 1907 circa.

Negli anni venti invece prevalse un uso della fotografia meno vicina alla pittura e più diretta, come la cavalletta ritratta da Edward Steichen del 1921.

Grasshopper and wheat stalk, 1921 circa. (Edward Steichen )

La mostra alla galleria Hans P. Kraus Jr. fine photographs di New York durerà fino al 20 dicembre 2019.

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