20 gennaio 2018 14:20

Jonny Greenwood, The hem
Quando si pensa ai progetti paralleli dei musicisti dei Radiohead, vengono in mente i dischi solisti di Thom Yorke. Ma quello che fa le cose più interessanti al di fuori della casa madre in realtà è Jonny Greenwood. A partire da Bodysong nel 2003, fino al più recente progetto Junun, il polistrumentista di Oxford ha dato prova di una versatilità impressionante, flirtando con il jazz, le musiche del mondo, la classica e la contemporanea.

La sua specialità sono le colonne sonore. Non è un caso che da qualche anno il regista Paul Thomas Anderson l’abbia scelto per accompagnare i suoi film. I due hanno cominciato a collaborare per There will be blood (tradotto in italiano con il più banale titolo Il petroliere) e da quel momento sono diventati inseparabili (le musiche di Inherent vice sono clamorose, andate a ripescarle se ve le siete perse).

Ora, per prepararci all’uscita di Phantom thread (Il filo nascosto in italiano), il nuovo film di Anderson in uscita nelle sale il 22 febbraio, possiamo ascoltarci i brani di Greenwood, che sono già disponibili. Il filo nascosto è ambientato nel Regno Unito negli anni cinquanta e forse è per questo che le musiche di Greenwood (anche stavolta il musicista ha ammesso di essersi ispirato soprattutto al compositore polacco Krzysztof Penderecki) sono ancora più colte, ambiziose e ricche di riferimenti rispetto a quelle precedenti. Greenwood, più che il chitarrista di un gruppo rock, sembra ormai un compositore esperto.

A un certo punto però, in particolare in Catch hold, per chi come me è fan dei Radiohead è difficile non immaginare la voce di Thom Yorke accompagnata da quel pianoforte. E tornano in mente certi passaggi della splendida Daydreaming.

Per visualizzare questo contenuto, accetta i cookie di tipo marketing.

Standing On The Corner, Red burns
Il nuovo mixtape dei newyorchesi Standing On The Corner è diviso in due parti da circa mezz’ora: Side x e Side y. Il sito Pitchfork, che ha dedicato alla band l’apertura della sua home page per qualche ora, li ha catalogati come “post-post-genre”, che vuol dire tutto e niente. Di sicuro dentro la musica degli Standing On The Corner ci sono parecchie cose, messe insieme in questo tipo collage: hip hop, soul, jazz, rnb, pop, mescolati a frammenti audio estratti dalla radio.

Non c’è niente di radicalmente nuovo nello stile del duo, guidato dal giovane portoricano Gio Escobar. Ma il risultato finale di Red burns, che è più sperimentale del disco precedente, è un caleidoscopio sonoro interessante e paradossalmente meditativo.

Per visualizzare questo contenuto, accetta i cookie di tipo marketing.

Black Rebel Motorcycle Club, Spook
Ai Black Rebel Motorcycle Club non gliene frega niente delle mode. La band di San Francisco continua a fare rock’n’roll, con in testa i Jesus and Mary Chain, i Kyuss e i Rolling Stones. Da un certo punto di vista è un bene, perché le canzoni del nuovo disco Wrong creatures a tratti suonano sincere come quelle del loro esordio nel 2001, quando già cantavano: “I gave my soul to a new religion, whatever happened to you? Whatever happened to our rock ‘n roll?”.

A quei tempi, insieme agli Strokes, i Brmc diedero una scossa alla scena rock mondiale. Nel frattempo però lo scenario è cambiato ed essere impermeabili al cambiamento non è sempre giusto. A diversi brani di Wrong creatures infatti manca freschezza e sembra che la band voglia rifugiarsi troppo nelle sue sicurezze.

Per visualizzare questo contenuto, accetta i cookie di tipo marketing.

Chris Dave and the Drumhedz, Black hole (feat. Anderson .Paak)
Il batterista Chris Dave ha suonato, tra gli altri, con Adele, Justin Bieber, D’Angelo e Robert Glasper. Il 26 gennaio pubblicherà il suo primo album da leader di una band, i Drumhedz. Nel disco ci sono diversi ospiti, come il cantante e rapper californiano Anderson .Paak, che presta la sua voce a due brani del disco. Il singolo Black hole regala ampie dosi di funk e afrobeat. Le premesse per l’album, in uscita il 26 gennaio, sono buone.

Per visualizzare questo contenuto, accetta i cookie di tipo marketing.

Young Fathers, In my view
Scozia, Nigeria, Ghana, Liberia. Gli Young Fathers hanno sangue meticcio e fanno un hip hop contaminato. Nel 2014 hanno vinto il prestigioso Mercury Prize per il loro disco d’esordio, Dead, e il 9 marzo torneranno con il nuovo album Cocoa sugar, registrato a Edimburgo nello studio della band. In my view è il primo singolo estratto.

Per visualizzare questo contenuto, accetta i cookie di tipo marketing.

P.S. Ho aggiornato la playlist del 2018, dove raccoglierò tutte le canzoni del weekend.

Per visualizzare questo contenuto, accetta i cookie di tipo marketing.

Internazionale pubblica ogni settimana una pagina di lettere. Ci piacerebbe sapere cosa pensi di questo articolo. Scrivici a: posta@internazionale.it