29 ottobre 2021 14:50

Dal 2010 la fotografa francese Marylise Vigneau è stata più volte in Pakistan, lo ha attraversato lentamente, costruendo una serie di dittici in bianco e nero che condensano la tenerezza e l’esasperazione che prova nei confronti di questo paese.

La serie Innocent prowls through Pakistan si è conclusa nel 2019. Vigneau si è accostata al racconto in maniera intima, riflettendo e sovrapponendo diversi strati di realtà. L’uso del dittico l’ha aiutata a estrapolare scontri apparenti o sembianze inaspettate per identificare le trame, i personaggi e le loro sfumature. “Il percorso è diventato un gioco con la realtà, una sorta di collage, una conversazione immaginaria” dichiara la fotografa.

Il lavoro di Marylise Vigneau è tra i progetti esposti alla nuova edizione Closer - Dentro il reportage, un festival di fotografia che si svolge a Bologna dal 29 ottobre al 13 novembre alla QR photogallery. Innocent prowls through Pakistan è anche uno dei vincitori della selezione di quest’anno, insieme a Queer divine di Carlo Bevilacqua, My selves di Adele Dalla Pozza, In fondo al colore di Antonio Presta e Fishing for plastic di Antonio Tartaglia. Saranno esposti anche i vincitori del 2020, anno in cui il festival si è fermato a causa del covid-19.

Durante Closer ci sarà anche uno spazio dedicato a due progetti che raccontano le esperienze di resistenza cittadina durante la pandemia: Indipendente italiano di Margherita Caprilli e Anticorpi bolognesi di Giulio Di Meo. Inoltre sono previsti incontri, workshop e letture portfolio.

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