In che modo la Francia prevede di ripartire

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I francesi non torneranno “subito e probabilmente non prima di molto tempo” alla loro vita precedente alla crisi del coronavirus, ha dichiarato il 19 aprile il primo ministro Édouard Philippe nell’illustrare i principi della fase due, che in Francia partirà l’11 maggio.

“Dovremo imparare a convivere con il virus”, ha ribadito Philippe, precisando che la popolazione francese non è ancora immunizzata, che non ci sono farmaci approvati per il covid-19 e che il vaccino non è atteso prima della metà del 2021. Il piano definitivo per la fase due è previsto solo per la fine di aprile, ma alcune misure sono già state accennate:

  • Nei prossimi mesi per i francesi “non sarà pensabile di viaggiare all’estero, in paesi lontani” e sarà meglio evitare “matrimoni, feste di compleanno, grandi riunioni di famiglia”.
  • Per il governo francese bisogna insistere su alcuni elementi essenziali. Innanzitutto l’adozione dei “gesti barriera” e il distanziamento sociale, che si accompagnerà a un obbligo generalizzato a portare le mascherine. Lo stesso giorno ne sono arrivate otto milioni dalla Cina e la Francia prevede di produrne 17 milioni a settimana fino all’11 maggio, quando probabilmente saranno rese obbligatorie sui mezzi di trasporto pubblico.
  • Allo stesso tempo, ha aggiunto Philippe, bisognerà eseguire molti test in maniera rapida. L’obiettivo del governo è farne 500mila a settimana da qui all’11 maggio. In caso di risultato positivo ai test, i malati dovranno essere isolati, a casa loro o in luoghi dedicati come degli alberghi.
  • Philippe è stato più prudente sull’apertura delle scuole: sono allo studio varie ipotesi, come una riapertura scaglionata per “territori” o “metà classe alla volta”.
  • Resta l’invito a ricorrere il più possibile al telelavoro. Nei negozi bisognerà organizzare le file all’ingresso per rispettare la distanza minima di un metro e mettere a disposizione dei clienti il gel per disinfettare le mani.
  • A partire da lunedì 20 aprile, saranno di nuovo possibili le visite dei familiari agli anziani ospitati nelle residenze sanitarie, in misura estremamente limitata e solo nelle strutture che accolgono persone con disabilità.

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