Nomadland è un ispirato ibrido tra documentario e fiction, come il precedente film di Chloé Zhao, The rider. È un film gentile e compassionevole che s’interroga sull’anima degli statunitensi e fa aderire attori non professionisti alla storia di una donna non più giovane, allegra e intraprendente interpretata alla grande da Frances McDormand. Questa donna fa parte del recente fenomeno dei sessanta-settantenni, lavoratori della classe media, ridotti in povertà dalla crisi dei mutui subprime del 2008 e diventati nomadi. Non possono permettersi la pensione né la casa, vivono in camper e viaggiano alla ricerca di lavoretti saltuari in bar, ristoranti o, come in questo caso, in un gigantesco magazzino di Amazon. Nomadland mostra che in questo modo di vivere ci può essere anche una forma di serenità, ma in alcuni momenti fa venire in mente il mondo postapocalittico di Mad Max, anche se in una forma dolce e positiva. Peter Bradshaw, The Guardian

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Questo articolo è uscito sul numero 1407 di Internazionale, a pagina 80. Compra questo numero | Abbonati