Una guerra ingiusta, delle scelte impossibili, la paura di veder arrivare l’inevitabile. Si parte da qui nel nuovo film di Jasmila Žbanić. Aida è una musulmana bosniaca di Srebrenica. Collabora con i caschi blu dell’Onu, facendo da interprete tra loro e i civili. La zona di sicureazza delle Nazioni Unite è l’unico riparo per i bosniaci attaccati dai serbi, e Aida cerca disperatamente di salvare il marito e i figli dopo la conquista della città. Ogni bosniaco, per i serbi, è un guerriero musulmano e quindi va ucciso. Aida ha il vantaggio di lavorare nella base dell’Onu, ma è anche costantemente informata su quello che succede. Con Il segreto di Esma (Orso d’oro a Berlino nel 2006), Žbanić ha raccontato i traumi del dopoguerra. Oggi, con grande umanità, torna su uno dei momenti più tragici del conflitto, attraverso una donna intrappolata in un gioco di guerra tutto maschile. David Ehrlich, IndieWire

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Questo articolo è uscito sul numero 1429 di Internazionale, a pagina 86. Compra questo numero | Abbonati