Durante i settemila anni trascorsi sulla Terra gli Eternals non hanno mai interferito con la nostra civiltà, a meno che Arishem, colossale entità che manipola tutta l’energia dell’universo, non gli abbia detto di farlo. Nel nuovo film Marvel, Chloé Zhao tratta questi titani – i cui poteri trascendono quelli dei soliti supereroi – come fossero normali esseri umani. Un’inquadratura alla volta, estrae dal gruppo una commovente umanità. Nelle mani della regista premio Oscar, il loro racconto non segue i temi tipici Marvel, come per esempio il peso di essere superpotenti, ma indaga la natura dei legami eterni ponendosi una domanda universale: quando entri in conflitto con coloro che ami, lo affronti o cerchi di eluderlo? All’inizio del film gli Eternals sono sparsi per il pianeta. Alcuni vivono in mezzo alla società, altri si sono isolati. Una di loro, Sersi (Gemma Chan), viene a sapere che i Deviants, mostri che i nostri eroi hanno cacciato dalla Terra nella notte dei tempi, sono tornati. Rimette insieme il gruppo ma alcuni di loro non condividono il suo piano. Su questo disaccordo interno, sul delicato studio dei personaggi da parte di Zhao è costruita la tensione del film. Niente orde di alieni, nessuna città devastata. Il colpo più forte sferrato dal film non è un pugno, ma un singolo sguardo che si scambiano due degli eroi. Solo Zhao poteva riuscire a fare qualcosa di simile. Shirley Li, The Atlantic

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Questo articolo è uscito sul numero 1434 di Internazionale, a pagina 86. Compra questo numero | Abbonati