Dal 30 giugno centinaia di manifestanti hanno occupato le strade di Khartoum, dando vita a un sit-in che è andato avanti diversi giorni, riporta The Arab Weekly. Hanno protestato contro la giunta militare guidata dal generale Abdel Fattah al Burhan, che ha preso il potere con un colpo di stato lo scorso 25 ottobre. Il giorno in cui sono cominciate le contestazioni l’esercito ha sparato contro la folla causando nove morti (il bilancio più sanguinoso di quest’anno), ma non è servito a dissuadere i manifestanti. Dal 25 ottobre le persone uccise durante le proteste in Sudan sono 114. La pressione della piazza ha spinto Al Burhan ad annunciare il 4 luglio il ritiro dei militari dai negoziati che si stanno svolgendo per decidere il futuro politico del paese, lasciando spazio alla formazione di un governo composto solo da civili. Ma il principale blocco dell’opposizione, le Forze per la libertà e il cambiamento, ha mantenuto il sit-in di protesta, giudicando la promessa di Al Burhan solo una “ritirata strategica”.

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Questo articolo è uscito sul numero 1468 di Internazionale, a pagina 25. Compra questo numero | Abbonati