Il 12 e 13 gennaio vicino ad Arbinda, nel nord del Burkina Faso, una cinquantina di donne che si erano allontanate dai loro villaggi per andare a raccogliere la frutta sono state rapite da uomini armati. Alcune sono riuscite a scappare e ad avvisare le autorità. In questa zona sono attive organizzazioni jihadiste legate ad Al Qaeda o al gruppo Stato islamico (Is), che ostacolano l’arrivo dei viveri. Dal 2015 la violenza jihadista ha causato due milioni di sfollati e un migliaio di morti . Il 15 gennaio almeno quattordici persone sono morte in un attentato in una chiesa pentecostale a Kasindi, nell’est della Repubblica Democratica del Congo. L’attacco è stato attribuito ai ribelli delle Forze democratiche alleate, affiliati all’Is. Il 16 gennaio il governo della Somalia ha ripreso il controllo di Harardhere e Galcad, due città controllate dai miliziani di Al Shabaab. Il giorno dopo i jihadisti hanno ucciso sette soldati attaccando una base militare a nord di Mogadiscio.

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Questo articolo è uscito sul numero 1495 di Internazionale, a pagina 24. Compra questo numero | Abbonati