L’11 gennaio il presidente conservatore della Corea del Sud Yoon Suk-yeol si è chiesto pubblicamente se non stia per arrivare il momento in cui la minaccia nordcoreana spingerà gli Stati Uniti a riportare le armi atomiche sulla penisola. Altrimenti, ha proseguito, il paese potrebbe dotarsi di un arsenale proprio riuscendoci rapidamente, visto il livello tecnologico raggiunto.

Sono decenni che un presidente sudcoreano in carica non accennava all’idea di far diventare il paese una potenza nucleare. L’anno scorso è stato registrato un numero record di lanci di missili da parte della Corea del Nord, che prosegue i preparativi per l’atteso settimo test nucleare. Gli sforzi diplomatici che puntano alla “completa denuclearizzazione della penisola coreana” sembrano senza speranza. E la rivalità crescente tra Stati Uniti e Cina sta peggiorando la tensione militare in Asia.

Le parole di Yoon potrebbero essere state pronunciate avendo in mente più di un interlocutore. Il primo è l’opinione pubblica del suo paese: assumere una posizione dura contro Pyongyang gratifica la base conservatrice. Molti sondaggi mostrano che la maggioranza dei sudcoreani è favorevole alla possibilità di sviluppare armi nucleari. Il secondo è la Corea del Nord. Nello stesso discorso Yoon ha affermato che il deterrente più efficace contro un’aggressione è far capire al nemico che la reazione di Seoul sarebbe “cento o mille volte” più forte. Un terzo destinatario potrebbe essere la Cina che, se non fa di più per tenere a bada Pyongyang, potrebbe presto ritrovarsi con un altro vicino dotato di armi nucleari.

Ma l’interlocutore principale di Yoon era Washington. Molti sudcoreani temono che gli Stati Uniti non rischierebbero la distruzione di Seattle o altre città per proteggerli. I discorsi di Donald Trump sull’ipotesi di lasciare che la Corea del Sud si difenda da sola, e la possibilità che lui o un presidente con la stessa opinione succeda a Joe Biden nel 2025 aumentano la paura di essere abbandonati.

Le divergenze con Washington

A novembre i due paesi hanno deciso di simulare una situazione di emergenza in cui i nordcoreani usano le armi atomiche. Non concordano però sul significato dell’esercitazione. Seoul ha più volte alluso al fatto che sta discutendo con gli Stati Uniti di “progetti ed esercitazioni congiunte con armi nucleari”, equivalenti a una “condivisione degli armamenti” in stile Nato, in cui gli alleati hanno la possibilità di dire la loro sull’uso delle armi atomiche (e qualcuno ha il compito di fornirle). Il presidente statunitense Joe Biden ha respinto l’ipotesi con un secco “no”.

Secondo Jon Wolfsthal di Global zero, un gruppo che si batte per abolire le armi nucleari, Biden ha già offerto un impegno concreto. Le testate statunitensi sono come “le pizze della catena Domino’s”, dice: “Consegna in trenta minuti o soldi indietro”. A suo parere, Washington si opporrebbe alla possibilità che Seoul costruisca un suo arsenale atomico.

È comunque improbabile che Yoon arrivi a questo. Dopo il discorso, il suo ufficio ha ribadito l’impegno di Seoul per la non proliferazione nucleare. Il pericolo però è che le sue chiacchiere creino una spaccatura con gli Stati Uniti, a tutto vantaggio della Corea del Nord e della Cina. ◆ gim

Da sapere
Il sostegno all’Ucraina

◆ Il 20 gennaio 2023 il segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg, in visita in Corea del Sud, ha esortato il paese a fornire armi all’Ucraina e il ministro della difesa sudcoreano Lee Jong-sup gli ha risposto: “Valuteremo”. Seoul ha aderito alle sanzioni decise dai paesi occidentali per colpire l’economia russa, ma non ha fissato un tetto al prezzo del petrolio russo e non ha inviato mezzi militari a Kiev, tenendo fede alla politica di non armare i paesi in conflitto. Dall’inizio della guerra le aziende sudcoreane del settore della difesa hanno concluso contratti del valore di dodici miliardi di dollari con la Polonia e hanno aumentato le loro esportazioni a livello globale. Ma la riluttanza a offrire armi direttamente a Kiev è dovuta al timore di avvicinare Mosca a Pyongyang: anche se su piccola scala, il sostegno militare della Corea del Nord alla Russia è già cominciato. Financial Times


Internazionale pubblica ogni settimana una pagina di lettere. Ci piacerebbe sapere cosa pensi di questo articolo. Scrivici a: posta@internazionale.it

Questo articolo è uscito sul numero 1497 di Internazionale, a pagina 30. Compra questo numero | Abbonati