“Mentre in tutto il paese continua la mobilitazione contro la presidente Dina Boluarte, in carica dal 7 dicembre 2022, il parlamento peruviano ha deciso il 30 gennaio di riaprire il dibattito sulla possibilità di anticipare le elezioni a quest’anno, come chiesto dai manifestanti”, scrive El País. Dall’inizio delle proteste, cominciate subito dopo la destituzione in parlamento del presidente Pedro Castillo (Perú libre, di sinistra) e il suo arresto, 48 persone sono morte negli scontri con le forze di sicurezza. Inizialmente le manifestazioni si erano concentrate nelle regioni del sud del paese, più povere e con una popolazione in maggioranza nativa, poi si sono estese anche a Lima. Il 28 gennaio una persona è morta nella capitale e due sono rimaste ferite, tra cui un agente. In un discorso pronunciato il 29 gennaio Boluarte si è detta disposta a riformare la costituzione del 1993, che risale all’epoca della dittatura di Alberto Fujimori, accogliendo un’altra richiesta della piazza. Le manifestazioni e i blocchi stradali stanno provocando danni e difficoltà economiche in molte zone del Perù. Il sito peruviano indipendente Ojo Público sottolinea che i prezzi dei beni di prima necessità sono aumentati nelle regioni del sud: “Nel mercato di Arequipa da giorni mancano frutta e verdura, e il pollo non arriva a causa dei blocchi dei camion, che impediscono l’entrata della merce in città. La poca carne che si trova, soprattutto di maiale, ha un costo altissimo. Insomma, la catena di distribuzione si è interrotta e a farne le spese sono anche gli allevatori che hanno dovuto sospendere la produzione”. Un altro problema riguarda il gas per uso domestico, che solitamente è trasportato da Lima con camion cisterna ma ora, a causa della chiusura di molte strade, non viene più consegnato, con conseguenze anche per gli ospedali. ◆
Prudenza sull’Ucraina
“Il 30 gennaio Luiz Inácio Lula da Silva ( nella foto ) ha incontrato il cancelliere tedesco Olaf Scholz a Brasília. Il presidente brasiliano ha difeso l’idea di creare un gruppo di paesi per negoziare la fine del conflitto in Ucraina, ma ha detto che il Brasile non manderà munizioni per i carri armati a Kiev, perché non vuole partecipare in nessun modo alla guerra”, scrive la Folha de S.Paulo. La Germania ha reso noto che finanzierà con 38 milioni di dollari il fondo Amazzonia, un meccanismo internazionale contro la deforestazione.
Attacchi alla polizia
Il 25 gennaio sette poliziotti sono morti in un attacco condotto dalle gang criminali che controllano più della metà della capitale haitiana, Port-au-Prince, e le zone vicine. Il Miami Herald fa notare che dal luglio 2021, quando il premier Ariel Henry è entrato in carica, nel paese sono stati uccisi almeno 78 agenti. Il capo della polizia, Frantz Elbé, ha invitato alla calma, promettendo maggiore protezione per la polizia. Il 26 gennaio decine di agenti sono scesi in piazza per chiedere al governo d’intervenire. Alcuni hanno provato a fare irruzione nell’aeroporto di Port-au-Prince.
Più permissivi sulle droghe
La provincia canadese della British Columbia ha lanciato un progetto sperimentale che depenalizza il possesso di piccole quantità di droghe pesanti come la cocaina, l’eroina, le metanfetamine e il fentanyl. Dal 31 gennaio gli adulti fermati con meno di 2,5 grammi di queste droghe non saranno arrestati e riceveranno informazioni sui servizi sanitari e sociali a cui chiedere aiuto. “Il progetto segue la politica del vicino stato statunitense dell’Oregon, che ha depenalizzato le droghe pesanti”, scrive il Globe and Mail. Dal 2016 diecimila persone sono morte per overdose nella British Columbia, un dato che ha portato l’opinione pubblica e le forze politiche a chiedere una strategia diversa sulle dipendenze.
Brasile L’ex presidente Jair Bolsonaro, che si trova in Florida dallo scorso 30 dicembre, ha fatto domanda per un visto turistico per rimanere altri sei mesi negli Stati Uniti. Bolsonaro è sotto inchiesta per aver incoraggiato gli estremisti di destra ad assaltare il palazzo presidenziale, la corte suprema e il parlamento a Brasília l’8 gennaio. Il 31 gennaio, parlando a un evento a Orlando organizzato dal gruppo Yes Brasil Usa, Bolsonaro ha detto che “il governo di Lula non durerà a lungo” e che lui continuerà a essere attivo in politica .
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