Il 22 maggio lo Yemen ha compiuto trentatré anni di unità nazionale, ma sono finiti i tempi in cui la ricorrenza era celebrata dalle autorità e dai cittadini. Quando il nord e il sud dello Yemen si fusero in una sola nazione nel 1990, molti pensarono a un passo avanti verso l’unità araba. Ma questa convinzione si dimostrò sbagliata, soprattutto dopo la breve guerra civile scoppiata tra le forze del nord e quelle del sud nel 1994.

Con il passare degli anni l’unità nazionale ha perso importanza e popolarità nel paese, soprattutto nel sud. Oggi è quasi completamente dimenticata. Né un dialogo politico interno né la diplomazia internazionale riusciranno a rilanciare una parvenza di unità nazionale o a fermare l’ondata separatista nel sud.

Nello Yemen meridionale organizzare una manifestazione per l’unità è un’iniziativa sgradita ed è considerata una provocazione. Nessun gruppo o ente governativo può celebrare pubblicamente l’anniversario nelle province di Aden, Lahij, Dhale e Abyan. Le persone contrarie all’unificazione sono molte e potenti.

Il primo tentativo di secessione dal nord avvenne nel 1994. Anche se il sud non riuscì a riconquistare l’indipendenza, quel tentativo piantò il seme di una lotta durata anni. Nel 2017 si è formata una nuova leadership separatista, il Consiglio di transizione del sud. “L’unità ci ricorda l’occupazione, la repressione e l’ingiustizia”, spiega Abdulrahman Nasser, un combattente separatista. Nelle province meridionali la bandiera dell’ex stato del sud sventola ovunque. Le forze a favore della secessione sono schierate per le strade, nelle città e negli edifici governativi.

Progetto federalista

Gli yemeniti del nord sono più liberi di pubblicare foto o scrivere sui social network in favore dell’unità. Ma anche se sono orgogliosi della ricorrenza, vivono sotto il dominio degli huthi dal 2016, quando il gruppo ha imposto il suo controllo su gran parte del nord, dopo aver conquistato la capitale Sanaa due anni prima (da allora nel paese è in corso una guerra tra i ribelli sciiti e il governo riconosciuto dalla comunità internazionale, in cui nel 2015 è intervenuta una coalizione guidata dall’Arabia Saudita. Ad aprile sono cominciati dei colloqui di pace). Oggi il nord è afflitto da problemi economici e umanitari e l’interesse principale delle autorità huthi è rafforzare il controllo sulle province settentrionali. I negoziati con il sud sono in stallo. La forza militare è l’unico mezzo disponibile per imporre l’unità al paese.

La lotta per il potere e le ricchezze è stata la principale causa di guerra e instabilità nello Yemen. Oggi molti politici yemeniti sostengono che il federalismo potrebbe essere il solo modo per tenere unito il paese e impedire l’accumulo di potere e ricchezza nelle mani di un’unica fazione o di un singolo gruppo. Trasformare lo Yemen in uno stato federale richiede consenso, concessioni e cooperazione da parte di tutte le regioni. Considerate le profonde fratture tra numerosi gruppi armati e politici, sarà difficile portare avanti questo progetto.

Alcuni politici sperano ancora di rilanciare l’unità nazionale dello Yemen, ma la questione resta divisiva. Ahmed Mohammed, un funzionario in pensione di Sanaa, commenta: “È stato un miracolo quando lo Yemen del Nord e lo Yemen del Sud sono diventati un paese unico nel 1990. Oggi abbiamo bisogno di un altro miracolo per far rivivere l’unità”. ◆ fdl

L’autore di questo articolo è un giornalista yemenita che scrive dal suo paese e la cui identità è protetta per motivi di sicurezza.

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Questo articolo è uscito sul numero 1514 di Internazionale, a pagina 27. Compra questo numero | Abbonati